25 Aprile 2024, giovedì
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L. Stabilità, è scontro sui tempi

Il governo presenterà il maxiemendamento alla legge di stabilità nel primo pomeriggio, verso le 15, e il voto di fiducia arriverà in serata. E’ quanto stabilito dalla conferenza dei capigruppo. La Commissione Bilancio del Senato aveva approvato nella notte il ddl stabilità ma senza dare il mandato al relatore: erano quindi teoricamente decadute tutte le modifiche approvate fino ad allora. Il maxiemendamento recepirà integralmente il lavoro della Commissione Bilancio e le integrerà con gli emendamenti del governo e dei relatori già presentati in Commissione. E’ quanto riferito dal ministro per i Rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini, al termine della conferenza dei capigruppo al Senato.

La prima chiamata al Senato per il voto alla fiducia sul ddl stabilità comincerà alle 20.30. Lo ha annunciato il presidente del Senato, Pietro Grasso, ricordando che il governo aveva già preannunciato di porre la questione di fiducia sulla manovra. La discussione generale sui ddl di bilancio e di stabilità partirà questa mattina con 4 ore di tempo per il dibattito. Per la discussione sulla fiducia vengono concesse 2 ore e mezza e inizierà alle 16.30 dopo la presentazione da parte del governo del maxiemendamento. Le dichiarazioni di voto finali partiranno dalle 19 e la prima chiama dei senatori a partire dalle 20.30. Dopo il voto di fiducia, intorno alle 22 circa, la seduta verrà sospesa per consentire al governo di approvare la Nota di variazione al bilancio. Al termine l’Aula voterà la Nota di variazione e il ddl di Bilancio licenziando i provvedimenti per l’esame di Montecitorio.

Il crono programma annunciato da Grasso inevitabilmente scatena le reazioni del centrodestra che, chiedendo tempi più lunghi per licenziare la legge di stabilità, puntano di conseguenza a uno slittamento del voto di decadenza di Berlusconi che resta però fissato per domani alle 19. “I lavori in commissione sono stati chiusi in modo irrituale, la fiducia è stata posta in modo irrituale, per noi è essenziale chiedere un raddoppio dei tempi previsti”, dice la senatrice di Fi Annamaria Bernini. Si infiamma il dibattito nell’aula del Senato. Qualcuno grida “vergogna”.. Insorge anche la Lega Nord: “E’ una presa in giro dirci che 19 minuti sono i nostri tempi per discutere della legge di stabilità”, dice il senatore Raffaele Volpi del Carroccio. Per Mario Ferrara di Gal si tratta di “un dibattito surreale”.

Grasso cita l’articolo 129 del regolamento e ricorda che “il contingentamento dei tempi è stato fissato dalla conferenza dei capigruppo e i tempi sono proporzionali alla composizione dei gruppi. La conferenza dei capigruppo ha già deciso e non è materia di aula”. “Non è vero che in conferenza dei

capigruppo c’è stata l’unanimità sul calendario di discussione della legge di stabilità. Il presidente Calderoli non era d’accordo. Raddoppiare i tempi non significa andare a tempi biblici, all’anno prossimo, ma da 3-4 ore a 6-8 ore. Non mi pare che se si lavora tre ore in più su questo non si alterano gli equilibri della Repubblica”, reagisce il senatore di Fi e vice presidente del Senato, Maurizio Gasparri.

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