25 Aprile 2024, giovedì
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Il Pianeta non può attendere

downloadLa conferenza sui cambiamenti climatici (COP19) che si sta tenendo a Varsavia, si è rivelata un momento interessante, per lo scambio di informazioni e la conoscenza reciproca tra attori istituzionali e con le ONG, ma l’aspetto della negoziazione registra un fallimento che potremo misurare nella sua gravità solamente alla conclusione.
Molti grandi paesi industrializzati si stanno sfilando dagli impegni per il futuro e addirittura da quelli presi a Kyoto. La stessa UE non si muove compatta sul piano negoziale. Abbiamo membri di paesi con posizioni negazioniste sulle responsabilità dell’uomo rispetto ai cambiamenti climatici e alcuni paesi (sviluppasti e in via di sviluppo) che hanno nelle corde una strategia che punta sul carbone per il rifornimento di energia. Assistiamo ad un’ampia maggioranza di discorsi che valutano i cambiamenti climatici e l’ambiente dal punto di vista prettamente finanziario. Si discute su compensazioni e adattamento monetizzandoli e lasciando a un piano del tutto marginale le questioni di sopravvivenza del nostro pianeta e delle specie che lo abitano. I tempi della politica sono troppo larghi, gli interessi economici sono troppo forti e le lobby di potere ben radicate nella politica per far si che si riesca ad agire in tempo utile per fare qualcosa di concreto. I soldi fanno muovere tutto e l’ambiente è il pretesto. La COP19 per ora si sta rivelando un contenitore vuoto utile per visitare il mondo con la delegazione del proprio paese. Un luogo dove le uniche parole di senso, gli unici concetti concreti sono venuti dalle associazioni non governative, le stesse che schifate dall’andamento dei lavori hanno deciso di abbandonare la conferenza.
I dati presentati alla conferenza, dai vari comitati scientifici, sono inequivocabili: l’uomo sta mutando il clima del pianeta e mettendo a repentaglio la sua stessa sopravvivenza. L’uomo può agire per fermare questo disastro e salvare se stesso e il pianeta ma deve agire subito.
XVI I Legi slatura
Massimo De Rosa
Vice Pre sident e VI I I Commi ss ione Ambi ent e, Te r ri tor io e Lavor i Pubbl ic i
PALAZZO MARINI IV – Via de l Poz z e t to 1 0 5 , 0 0 1 8 7 ROMA
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Questo non lo abbiamo capito, non lo capisce la politica non lo capiscono alcune grandi imprese che capiscono solo il tintinnio dei soldi. I soldi e la finanza non ci salveranno e quando scarseggeranno i terreni fertili e le zone abitabili ci accorgeremo che i soldi non si possono mangiare e che sono solo pezzi di carta senza un vero valore.
Eppure, come i dati forniti ad esempio dalla fondazione Enrico Mattei dimostrano, anche dal punto di vista finanziario si tratta di un falso problema. Gli interventi aggressivi di mitigazione, cioè di prevenzione, sono gli unici che hanno il potere di avere ricadute benefiche in termini di finanza pubblica.
I paesi in via di sviluppo sono sul piede di guerra perchè vorrebbero potersi sviluppare senza freni, come abbiamo fatto noi paesi sviluppati nei decenni passati. Questa possibilità non esiste più e dobbiamo assicurare un indennizzo a questi paesi per aver basato la nostra crescita anche su disponibilità che non avevamo. Se vogliamo che paesi ancora ricchi di natura la conservino, per compensare anche quella distrutta da noi, allora dobbiamo aiutarli a concretizzare uno sviluppo sostenibile sul loro territorio ridando loro un pò di quel benessere che ci siamo presi senza diritto. Una compensazione etica morale ambientale e anche monetaria è il nostro dovere.
Speriamo che entro la fine dei lavori qualcosa cambi e si arrivi a un qualche accordo con la consapevolezza che sarà comunque troppo tardi e che questa COP19 è stata un sostanziale fallimento per l’umanità intera.

Portavoce Massimo De Rosa e Carlo Martelli
Membri della delegazione parlamentare italiana alla Cop19 di Varsavia

Trasmesso e pubblicato

Ufficio Stampa

on. Massimo De Rosa

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