2 Dicembre 2024, lunedì
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La Cina fugge dalle spie Usa

Le grandi società statunitensi di computer e software stanno registrando un improvviso calo delle vendite in Cina e secondo alcuni analisti questo è dovuto a un’ostilità sempre maggiore verso l’amministrazione Obama. Cisco ha riferito che nell’ultimo trimestre gli ordini provenienti dalla Cina sono diminuiti del 18% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Per il trimestre in corso, Cisco prevede una contrazione del fatturato a livello mondiale dell’8-10%, in parte dovuta a un continuo indebolimento in Cina. Anche Ibm, HP e Microsoft hanno registrato una diminuzione delle vendite in Cina negli ultimi trimestri fiscali. Le ragioni sono molteplici e spaziano da un rallentamento dell’economia cinese a una pausa collegata al meeting del Comitato Centrale del Partito Comunista in corso e a una forte pressione sulle aziende cinese affinché utilizzino prodotti nazionali. I dirigenti di Cisco sono stati i più franchi, suggerendo che i clienti cinesi, in particolare quelli che hanno legami con il governo, starebbero diminuendo gli acquisti delle apparecchiature tecnologiche americane come risposta alle restrizioni degli Stati Uniti sulle aziende cinesi e alle rivelazioni circa la sorveglianza da parte della National Security Agency. Durante una conference call, alla domanda se il clamore intorno alla sorveglianza da parte della Nsa stia ostacolando il business in Cina, il ceo di Cisco John Chambers ha riconosciuto che «sta avendo un certo impatto». Rob Lloyd, presidente dello sviluppo e delle vendite, ha affermato che la tensione con il governo sta causando esitazione da parte dei clienti. Alcuni analisti rilevano segnali simili. Mark McKechnie, di Evercore Partners, ha dichiarato che gli effetti derivati dalla divulgazione sulla sorveglianza della Nsa «stanno producendo un forte impatto» sulla spesa di dispositivi tecnologici. Lo scorso mese Ed Maguire, managing director presso la Asian investment bank Clsa, ha scritto che le rivelazioni della Nsa «potrebbero cambiare la prospettiva delle aziende high tech statunitensi, accelerando la velocità con cui le aziende cinesi guadagnano quote di mercato. I risultati deboli delle vendite si aggiungono alle tensioni commerciali che stanno aumentando tra gli Stati Uniti e la Cina, aggravate dalle rivelazioni della Nsa. I media statali cinesi hanno sottolineato le preoccupazioni circa l’uso di dispositivi tecnologici stranieri. Un’inchiesta pubblicata in copertina a giugno sul China Economic Weekly è apparsa con il titolo in inglese «He’s Watching You», e sono state otto le società americane citate, tra cui Cisco, Ibm e Microsoft, che rappresentano un pericolo per le reti di computer in Cina.

Non tutte le società tech americane riscontrano problemi in Cina. Brad Brooks, chief marketing officer di Juniper Networks, ha dichiarato in un’intervista che la società non ha subito alcun rallentamento nel Paese asiatico; nel trimestre più recente, Juniper ha detto che le vendite nell’area Asia-Pacifico, inclusa la Cina, sono aumentate rispetto al trimestre precedente. Lo scorso mese, il produttore di sistemi di storage Emc ha affermato che la società «è in una fase di crescita in Cina». Il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Qin Gang, ha dichiarato che la Cina intrattiene affari con gli altri Paesi basati sul rispetto reciproco, ma ha aggiunto che «il governo cinese ha l’obbligo e la responsabilità di salvaguardare la sicurezza nazionale». Citando le relazioni dei media circa i tentativi di raccolta di informazioni da parte degli Stati Uniti, ha detto «speriamo che l’America presterà attenzione non soltanto alle preoccupazioni della Cina ma anche a quelle degli altri Paesi di tutto il mondo a questo proposito».

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