26 Aprile 2024, venerdì
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Parla il poliziotto del bacio “È stata una provocazione”

Quel tentativo di bacio tra un poliziotto in assetto anti-sommossa e un’attivista, proveniente dall’area autonoma milanese poteva sembrare un gesto distensivo. Ma in realtà così non è. Il giorno dopo i No Tav e la polizia danno la stessa interpretazione: nessun gesto di pace e/o amore. Anzi. «Sta accadendo qualcosa molto più grande di me, mi viene attribuito un comportamento che non mi appartiene. Ho spinto via la ragazza, per due volte, so come devo comportarmi, nessun turbamento». Il poliziotto al centro di un intenso interesse mediatico e protagonista involontario dei social network è un ragazzo siciliano di 25 anni, da pochi mesi a Torino. Fa parte del V Reparto Mobile e ieri mattina, scorrendo giornali e tablet ha avuto un soprassalto. E la ragazza, sul profilo Facebook, la racconta così: «Stavo pigliando per il c… una schiera di poliziotti antisommossa, che ci impedivano la strada».

Giuseppe Corrado, caposquadra del giovane poliziotto e vicesegretario provinciale del Sap, conferma: «Bacio? Diremmo forse meglio un tentativo fallito di provocazione risolto grazie alla professionalità del nostro operatore». Ancora: «E’ stato un gesto fondamentalmente ostile, e che quasi rasenta un reato penale, oltraggio a pubblico ufficiale. Il collega ha mantenuto i nervi saldi, è stato ineccepibile sul piano professionale, nessuno di noi cade in questi equivoci». La ricostruzione del caposquadra va avanti: «Dopo il bacio sulla visiera, la ragazza che era stata gentilmente allontanata, si era infilata due dita in bocca, le aveva bagnate di saliva e poi aveva tentato di toccare il volto dell’agente. Francamente, non mi sembra un gesto granché romantico. Un’altra ragazza, poi, aveva leccato la visiera di un altro poliziotto, insomma, a questi episodi va dato solo il significato che hanno, e non altro». E aggiunge: «I nostri reparti, in Val Susa, hanno un compito delicatissimo, quello di consentire che le proteste, legittime in un Paese democratico, si svolgano nella legalità. Purtroppo, in passato, non è avvenuto. E ora siamo qui, a discutere se quello fu un bacio gradito oppure no».

Quello scatto che ha fatto il giro delle redazioni e anche dei siti del movimento si è portato dietro un mare di polemiche. Non è un caso che Lele Rizzo, uno dei leader del movimento e del centro sociale Askatasusa, vada all’attacco: «Quella foto che ha suscitato tanta approvazione in realtà deve essere letta per quello che è: un’azione non a favore ma contro le forze dell’ordine». Dal suo punto di vista si tratta «dell’ennesimo tentativo da parte dell’informazione di criminalizzare il movimento facendo passare l’immagine che ci sono buoni e cattivi tra i No Tav e che ci sono metodi pacifici e violenti di lottare».

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