La spesa sociale è esplosa e la Corea del Sud cerca in tutti i modi di aumentare le sue entrate fiscali. L’ultima trovata è quella di applicare un’aliquota del 10% a tutte le operazioni chirurgiche che abbiano finalità puramente estetiche. Il ministero delle finanza ha reso noto che saranno sottoposti alla nuova misura fiscale interventi come la liposuzione, i trattamenti anti-rughe, le operazioni maxillo-facciali, gli interventi di aumento o riduzione del seno e quelli per modificare gli occhi a mandorla, oltre alla rimozione di nei e macchie. Saranno invece esenti le operazioni di ricostruzione mammaria per le donne vittime di carcinoma al seno. I giovani sudcoreani hanno una vera e propria ossessione per il proprio aspetto fisico. Nel 2011, secondo l’International Society of Aesthetic Plastic Surgery, gli interventi di chirurgia estetica nel paese sono stati quasi 650 mila, con un tasso di 13,3 operazioni ogni mille abitanti, il più alto al mondo. Per incoraggiare questa industria, il governo di Seul ha avviato nel resto dell’Asia campagne di turismo medico: lo scorso anno questi turisti hanno generato, secondo la Korea Tourism Organization, quasi mezzo miliardo di dollari di entrate, tre volte l’ammontare realizzato nel 2009. Il governo stima che, nei prossimi quattro anni, potrebbero essere creati nel settore 20 mila posti di lavoro.