26 Aprile 2024, venerdì
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Megaservice di Trapani: un’altra azienda rischia di scomparire

di Valentina Colli

megaservice 1La crisi colpisce ancora. Questa volta a Trapani in Sicilia. E rischia di cancellare una società in house della Provincia: la Megaservice spa, 67 dipendenti.

La nascita della Megaservice Spa – società a capitale pubblico, di cui la Provincia di Trapani inizialmente deteneva il 51% della partecipazione azionaria, mentre il restante 49% era a carico di Italia lavoro Spa – era stata voluta dall’amministrazione del tempo e deliberata dal Consiglio provinciale nel maggio 2004. Lo scopo era quello di dare occupazione agli operai dell’ex Imam (l’azienda metalmeccanica dell’indotto Fiat la cui attività era cessata tempo prima lasciando i dipendenti senza lavoro). Tali lavoratori si sono occupati in questi anni di gestione delle riserve naturali, di manutenzione degli impianti termici, di piccola manutenzione degli immobili provinciali, di gestione degli impianti sportivi e turistici. Tra le competenze anche la manutenzione ordinaria delle strade provinciali della Valle del Belice.
Le cose inizialmente vanno bene. Nel 2008 Antonio D’Ali’ allora Presidente della Provincia, la definisce una societa’ pilota con problemi occupazionali risolti, per cui si prevede il rilancio e l’ampliamento fino a poter assorbire anche parte dei precari ex art. 23 e LSU. Nel 2008 Megaservice gode ancora di ottima salute. Tanto che, la Provincia chiede un piccolo sforzo di conversione dei contratti, in previsione di nuove commesse, portando al 60% i contratti edili rispetto al 40% dei contratti servizi. Questa operazione però ha l’effetto di fare schizzare i costi contrattuali annui da 1900 milioni di euro a 2600 milioni di euro annui. Però si prevedono commesse in aumento. Che però non arrivano.

megaservice 2Già dal 2009 il valore delle commesse è solo pari o di poco superiore al costo contratti, e questo causa perdite ingenti sui costi di produzione, sui costi del personale e sulle spese generali. I costi aumentano a dismisura quando, per direttiva dell’Ente, si sceglie di diminuire le commesse manutentive in favore di quelle più specialistiche relative all’esecuzione di opere su progetti esecutivi. Commesse progettuali che, nel Patto di Stabilita’, ricadono per tipologia in conto capitale, incidendo sullo sforamento. Morale: i lavori e i servizi sono garantiti da Megaservice, che si indebita, dovendo approntare il pagamento dei costi di cui l’Ente non puo’ garantire l’avanzamento, avendo sforato il Patto di stabilità. Non ultimo, la mancanza di pianificazione porta ad un accrescimento di lavori di “somma urgenza” (il cui mancato adempimento e’ sanzionato in penale), che incidono di oltre il 24% sul fatturato, implicando per la contemporaneità degli interventi ulteriori assunzioni a tempo determinato alle 68 unita’, in quanto il loro contratto edile non prevede ancora il dono dell’ubiquita’ sui cantieri. Si crea così un buco di bilancio di circa 4 milioni di euro. Ma sono tempi di Spending Review e le societa’ in siffatte condizioni devono obbligatoriamente essere liquidate. La Legge lo impone.

megaservice 3Nel 2011 il Consiglio provinciale di Trapani propone di esternalizzare i servizi offerti da Megaservice, onde far pian pianino subentrare i privati. L’epilogo della vicneda non può che essere uno: da febbriao 2013 Megaservice e’ in liquidazione e 67 famiglie sono in ambasce. Anche perche’ una societa’ partecipata interamente ad un Ente pubblico, non garantisce la cassa integrazione in deroga. Tavoli tecnici in Regione a iosa, alla presenza delle rappresentanze sindacali, Cgil in testa che si impegnano strenuamente in questa vertenza. Il Comune di Castelvetrano, riunisce dal 27 settembre un tavolo di concertazione permanente, tra tutti i Comuni, forze sociali e politiche, per trovare una soluzione per questi figli del territorio: perche’ gran parte dei lavoratori Megaservice provengono da Castelvetrano. Il presidente della Regione Renato Crocetta ha deciso di seguire mediaticamente questa vicenda e si e’ impegnato a partecipare al tavolo di Castelvetrano per trovare una soluzione percorribile, magari attraverso il nuovo canale Airgest, ora in quota alla Regione. Questo tavolo castelvetranese ha molti nomi: campanilismo, propaganda, illusione. I lavoratori lo chiamano speranza, ma non speranza di un provvedimento assistenzialista, di un ammortizzatore sociale, ma speranza di rimettere a servizio di questa terra le professionalita’ di cui sono portatori. E di recuperare una dignità perduta.

Valentina Colli

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