19 Aprile 2024, venerdì
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Il Lussemburgo ripensa il suo modello finanziario puntando sulla Cina

Due gruppi bancari cinesi (Bank of China e Icbc) si sono già insediati nel Granducato e altri due sono in arrivo. E saranno i benvenuti. Perché da qualche tempo il Lussemburgo ambisce a diventare una piattaforma internazionale per la gestione del renminbi, la divisa cinese, all’interno della zona euro.
Tredicesima piazza finanziaria mondiale e secondo centro internazionale, dopo gli Stati Uniti, per quanto riguarda i fondi di investimento, il Lussemburgo, dopo la scomparsa programmata del segreto bancario, all’origine della sua prosperità economica, è ora alla ricerca di un nuovo modello finanziario, per scrollarsi di dosso l’immagine di paradiso off-shore e di santuario della frode fiscale e del riciclaggio in Europa. Un’impresa non facile, anche perché, secondo i dati del Crf (Cellule de renseignement financier) del ministero della giustizia, nel 2012 sono state ben 169 (in aumento del 32% rispetto all’anno precedente) le inchieste per riciclaggio, 87 delle quali hanno portato a una condanna.

Una decisione che ha provocato uno shock nella piazza finanziaria locale e innescato la partenza massiccia dei capitali di clienti stranieri. La metà delle 120 banche del paese attive nella gestione privata potrebbe scomparire, secondo gli esperti, anche perché ora gli istituti di credito lussemburghesi conservano soltanto i clienti che hanno dichiarato alle autorità fiscali del loro paese l’esistenza dei conti in Lussemburgo.
Per sopravvivere il settore finanziario dovrà per forza di cose diversificarsi e puntare sull’internazionalizzazione. La Cina è sempre più vicina.

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