7 Ottobre 2024, lunedì
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L’Unione Europea farà la fine dell’Unione Sovietica? (1)

di Michele Imperio

Spagna, continuano le proteste contro il nuovo piano di austerità Sia la destra che la sinistra europea sono praticamente spaccate sulla questione del’euro, in bilico fra il convincimento di dover dare sostegno alle misure di austerità patrocinate dalla troika (U.E., B.C.E. e F.M.I.) che nel tempo arginerebbero la crisi (ma risultati in questo senso non se ne vedono, anzi laddove l’austerità viene applicata la situazione peggiora) e il convincimento contrario cioè quello che ritiene che proprio la moneta unica e le sue rigide regole sono la fonte dell’attuale disastro socio-economico europeo e che l’euro altro non sia che uno strumento monetario adottato per favorire la Germania e coltivare gli interessi dei grandi banchieri internazionali anglo-americani.

Nel REGNO UNITO cuore della finanza globale, il Partito conservatore, pur essendo critco nei confronti della U.E., non ha una situazione elettorale rosea. Il parito ha aderito ai piani di austerità voluti dalla U.E. ma queste politiche per bocca del suo stesso ministro delle Finanze, sono state definite un fallimento. Cameron ha annunciato ulteriori tagli alla spesa pubblica dell’1 per cento per il 2013 e del 2 per cento per il 2014, e un milione di posti di lavoro in meno nei servizi pubblici. Ma il p.i.l. non cresce e sale sempre di più nei sondaggi il consenso all’altro partito di destra il partito nazionalista dell’Ukip diretto dal noto europarlamentare anti-euro Nigel Farage e maractamente anti-euro e anti-U.E.

Mariano RajoyIl PARTITO POPOLARE di Spagna, tornato al governo poco più di un anno fa, ha dovuto affrontare crisi economica, bolla immobiliare, una disoccupazione che oscilla attorno al 25 per cento, un Pil in caduta libera, e il risanamento degli asset tossici o “problematici” individuati nei bilanci delle banche spagnole, che sono pari a 176 miliardi di euro per cui ha dovuto chiedere aiuti all’Unione Europea per avere i quali, il partito guidato da Mariano Rajoy ha dovuto accettare le imposizioni dell’Unione Europea e varare gravose misure di austerità. E per questo è già in forte perdita di consensi.

In Grecia ALBA DORATA partito di estrema destra nato nel 1993, alle elezioni parlamentari del 1996 ottenne lo 0,07% dei voti. Da allora, è cresciuto vorticosamente grazie soprattutto alla forte opposizione contro i provvedimenti della Troika (Ue, Bce, Fmi) e le politiche di austerity varate dal governo greco di Papandreou (fino al novembre 2011), di Papademos (fino al maggio 2012) e di Samaras (da giugno 2012). E’ al 6,9% dei consensi. Il leader del Movimento è oggetto di una feroce aggressione da parte di Polizia e Magistratura greca eed è stato addirittura arrestato.

In Italia alla domanda se l’appartenenza all’Unione europea sia una “buona cosa” solo il 38% degli italiani si riconosce in questa affermazione. Però contrariamete che in altri paesi manca un partito anti-euro di destra, se si sclude la Lega Nord la quale però chiede e raccoglie consensi solo nelle regioni settentrionali.

Solo in GERMANIA la destra filo-europeistia può sorridere. Il suo leader Angela Merkel è osannato dai tedeschi perchè ha fatto della Germania una nazione forte che ha imposto la sua leadership a tutta l’Europa. La situazione economica tedesca è stabile e, rispetto al resto d’Europa, un paradiso. La disoccupazione si attesta al 6,9 per cento, la produzione industriale è soltanto in leggera decrescita, il tasso di crescita dell’economia stazionario, ma il costo sui titoli di stato è un affare per la Germania, con i bund a 10 anni appena al di sopra dell’1 per cento (rispetto al 4 – 5 per cento di Italia e Spagna, e al 3,5 per cento della Francia). E tuttavia la CDU ha presidposto un piano B per l’uscita dall’euro se gli Stati Uniti e gli altri paesi europei dovessero insistere troppo per gli eurobond, ossia per l’accollo sulla Germania di tutto il debito pubblico europeo. Nel qual caso l’Unione Europea potrebbe dissolversi proprio per l’uscita del suo primo paese fondatore, appunto la Germania.

le pen Questo dominio tedesco sull’Europa contribuisce sicuramente a far sì che la situazione più critica per la destra filo-europeista sia in Francia. In FRANCIA i consensi del partito gollista (favorevole all’euro) calano giorno dopo giorno a fronte dell’inesorabile e prorompente aumento dei consensi stando ai sondaggi dell’altra destra della Francia, quella guidata da Marine Le Pen, rigidamente contraria alle politiche di austerità della U.E., che lei definisce ”Unione sovietica europea”. In Francia per la prima volta nella storia politica di questo paese, una coalizione diversa dal centro-destra moderato (i Gollisti dell’UMP) o dal centro-sinistra ufficiale (quella condotta dal Partito Socialista attualemnte al potere) è primo nei sondaggi elttorali. In realtà il Front Nationale riscuote soltanto il 23% dei consensi ma nei ballottaggi per le elezioni negli enti locali la tendenza è che i socialisti, generalmente esclusi dal secondo turno, optano in maggioranza per il Front Nastionale, piuttosto che per i gollisti. Quindi la vittoria della Le Pen alle prossime elezioni politiche del 2014 appare sempre più probabile, E poichè se la Le Pen vincesse, il suo primo impegno sarebbe quello di far uscire la Francia dall’euro, ecco che il castello dell’euro potrebbe cominciare a sgretolarsi proprio a partire dalla Francia.

Marine Le Pen è molto attiva nel suo impegno anti-europeo. Vuole chiaramente prendere in mano tutto il movimento anti-euro. In questo senso ha già coltivato legami con la destra austriaca del partito per la libertà, che ha conseguito un lusinghiero 21 per cento dei voti alle ultime elezioni politiche del mese scorso in Austria. Presto si recherà in Olanda per coltivare un’alleanza con Geert Wilders, leader del PVV, che al momento è in testa nei sondaggi in Olanda in vista delle prossime elezioni europee di maggio 2014. Wilders, a sua volta ha già creato collegamenti con Vlaams Belang in Belgio, il partito democratico in Svezia e con la Lega Nord in Italia. “Vogliamo fare tutto ciò che possiamo per trasformare le prossime elezioni europee in una frana elettorale europea contro Bruxelles,” ha detto Wilders.

Nigel Farage.Il nuovo blocco anti-UE si andrebbe ad aggiungere al gruppo euroscettico già esistente a Bruxelles, Europa, libertà e democrazia, che è dominato dal partito Indipendente del Regno Unito condotto da Nigel Farage (25% dei consensi in Gran Bretagna e sopravissuto a un grave attentato nel 2009, il suo elicotero precipitò mentre era in volo con lui salvo per mero miracolo).

orban attentato Anche in Ungheria si è registrato un attentato al leader del partito anti-euro e attuale premier Viktor Orban., il che va a riprova -se ce ne fosse bisogno – del carattere criminale di alcuni interessi che si celano dietro l’Unione Europea. In Ungheria l’area anti-euro è straripante grazie alla presenza di due partiti di centrodestra Fidesz e Jobbik, rigidamente ostili all’auro. Fidesz è un partito di centro-destra guidato da Viktor Orbán, al governo dall’aprile 2010. In un discorso pubblico tenuto il 15 marzo 2012, Viktor Orbán ha apertamente paragonato i burocrati europei ai membri dell’apparato sovietico, lasciando intendere un grande senso di disprezzo per l’ l’Unione europea. il suo partito ha raggiunto in Ungheria addirittura il 52% dei consensi. Il secondo partito anntieuropeista ungherese Jobbink è un movimento espressione dell’estrema destra, attivo nel panorama politico ungherese dal 2003. Jobbik è attualmente il terzo partito ungherese e detiene 47 seggi al Parlamento. Nei confronti dell’Unione Europea nutre una diffidenza ancora più forte di quella espressa da Fidesz: il 14 gennaio 2012, dopo una marcia per chiedere l’uscita dell’Ungheria dall’Ue, un parlamentare di Jobbik ha addirittura bruciato in pubblico una bandiera europea.

Michele Imperio 1. continua

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