25 Aprile 2024, giovedì
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Demansionamento: operazioni societarie e giudizio di equivalenza

La Suprema Corte di Cassazione (sez. lav., 11 settembre 2013, n. 20829) è intervenuta in tema di modifica delle mansioni e risarcimento del danno.

Il caso affrontato dagli ermellini è quello di un lavoratore che, dopo un’operazione di acquisizione dell’istituto di credito di cui era dipendente da parte di un’altra banca di maggiori dimensioni, aveva subito un demansionamento e si era, di conseguenza, rivolto ai giudici per chiedere il risarcimento del danno.
La Corte d’appello ha accolto il ricorso del lavoratore constatando l’assenza di equivalenza tra le mansioni svolte come vicedirettore e responsabile di tutte le operazioni bancarie, rispetto a quelle successivamente assegnate limitate alla concessione di crediti.
La banca ha fatto ricorso in Cassazione sostenendo che il giudizio di equivalenza deve tener conto anche delle dimensioni e importanza della nuova organizzazione imprenditoriale.
La Suprema Corte ha però respinto il ricorso del datore di lavoro, posto che il giudizio di equivalenza si basa non su una pretesa «sovrapposizione» di realtà aziendali non comparabili per dimensioni e importanza, ma sulla verifica dei compiti svolti in concreto dal dipendente.
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