“Il tema delle riforme è uno degli snodi centrali del programma sul quale il governo ha ottenuto la fiducia dal Parlamento. La Commissione ha svolto i suoi lavori nella consapevolezza della gravità e del carattere per molti versi non congiunturale della crisi italiana e dell’intreccio indissolubile, e sempre più evidente, tra la solidità e la qualità dell’assetto istituzionale e il perdurare di una recessione che incide sulla stessa coesione sociale”. E’ quanto detto dal ministro per le Riforme, Gaetano Quagliariello, nel corso di un’informativa urgente alla Camera sulla relazione finale della Commissione per le riforme costituzionali. “Alle difficoltà del Paese non è estranea la debolezza delle nostre istituzioni, concepite in una fase storica molto diversa da quella attuale e risultate progressivamente inadeguate a fronteggiare con efficacia tanto le sfide derivanti dal mutato contesto economico mondiale, tanto quelle connesse al processo di integrazione europea”, ha aggiunto Quagliariello. Ma “a differenza delle altre grandi democrazie dell’Occidente, da tempo interessate da incisivi processi di riforma” l’Italia si è trovata “priva di strumenti all’altezza delle decisioni da assumere in un contesto globale sempre più competitivo”. Ed è per questo che a detta di Quagliariello “il tema delle riforme non è più eludibile”. Il ministro ha poi sottolineato che “la Commissione ha approfondito le ragioni sottese alla fragilità del nostro sistema politico-istituzionale, rinvenendo nell’incapacità di esprimere nel lungo periodo un indirizzo politico stabile e radicato nel consenso del corpo sociale uno dei più rilevanti elementi di criticità, che è apparso a sua volta direttamente connesso a un processo di indebolimento del sistema dei partiti politici che in Italia ha assunto caratteristiche assai più marcate che in altri paesi europei”.