Per due famiglie italiane su tre (66%) il risparmio è una necessità reale e un obiettivo fondamentale. Ma lo scorso anno solo il 39% è riuscito a mettere qualcosa da parte, secondo l’Indagine sul Risparmio e sulle scelte finanziarie degli italiani condotta da Intesa Sanpaolo e Centro Einaudi, basata su un sondaggio Doxa.
REDDITI IN SOFFERENZA – Italiani poco soddisfatti del loro reddito (solo il 42,4% si considera appagato) e di quanto riceveranno al momento della pensione (87,8%), anche se diminuisce la percentuale di chi continua a “vedere nero” (dal 59,3% al 55,6%).
BARLUMI DI RIPRESA – Si notano, infatti, alcuni primi segnali di ripresa: il 7,7% ha trovato lavoro o ha avviato una nuova attività e, nonostante uno scontento generale sul reddito, c’è anche una maggiore propensione a cercare forme integrative (investimenti assicurativi e pensionistici).
STOP ALLA PAURA DEI MERCATI – Sembra finalmente essere giunta a una tregua la paura dei mercati finanziari, tanto che i titoli di Stato italiani si confermano la prima forma di investimento della liquidità. Secondo il Centro Einaudi, infatti, il portafoglio benchmark delle famiglie è aumentato, in valore, del 15% nel 2012, mentre l’anno precedente era sceso del 3%.
IL PENSIERO AI FIGLI – È cambiato, quindi, l’atteggiamento dei risparmiatori: non più interessati all’acquisto della casa, ma alla tutela dei figli (14,5%), per proteggere il loro futuro economico, oppure a integrare la pensione o tutelare la salute nella vecchiaia (12,7%, anche se solo il 19% utilizza strumenti specializzati).
LE DONNE PORTANO I PANTALONI – Per la prima volta l’indagine si è concentrata sull’universo femminile: solo il 12,4% delle donne non è indipendente economicamente, e non per scelta, ma per esclusione dal mercato del lavoro o per insufficienza del reddito pensionistico. E, quando lavorano, nonostante il loro reddito sia inferiore a quello degli uomini, sono loro ad amministrare il denaro in casa: si occupano delle spese (72,6%) e, in percentuale maggioritaria, degli investimenti (59,6%) oltre che di decisioni importanti di natura economica. In più, non hanno paura della crisi: o meglio, la temono meno rispetto agli uomini, tanto che per una donna su otto (12,3%), la crisi è una occasione per progettare e rimettersi in gioco.