Crisi economica, disoccupazione, consumi in calo, redditi insufficienti, difficoltà di risparmio: questi i fenomeni che ormai da qualche anno stanno mettendo a dura prova il tessuto produttivo italiano. In un periodo di recessione economica e finanziaria come quello attuale, una riduzione dei costi può rivelarsi fondamentale per la sopravvivenza di un’impresa. È necessario però operare in maniera attenta e selettiva per evitare di risparmiare su questioni strategiche che possano influire sulla capacità di pianificare in modo vincente le attività di un’azienda nel medio-lungo periodo.
Far conoscere i propri prodotti e servizi, comprendere e rilevare i bisogni dell’utenza migliorando così la propria efficacia ed efficienza, comunicare con i propri pubblici di riferimento per instaurare con essi una relazione e sviluppare in tal modo un vantaggio competitivo sui concorrenti, restano tra le priorità di un’azienda. Bisogna “saper fare” ma anche “far sapere”. Il tutto in un’ottica rigorosamente low cost.
Il concetto di low cost fa riferimento ad un modo nuovo e più efficiente di interpretare la produzione e la commercializzazione di beni e servizi attraverso l’adozione di modelli di business innovativi, una migliore gestione dei processi produttivi, l’utilizzo del canale e-business ma anche una maggior efficienza per ciò che riguarda i flussi informativi.
A fronte di un contesto economico e finanziario caratterizzato da forte incertezza e volatilità, le imprese di oggi dunque giocano la carta del web definendo strategie innovative che mirano a massimizzare l’efficacia delle leve del marketing e della comunicazione, selezionando i mezzi in grado di garantire la maggiore ottimizzazione degli investimenti senza compromettere l’efficacia del prodotto comunicativo.
L’accesso all’informazione globale, la convergenza tra telecomunicazioni, computer e media tradizionali, l’interattività, la possibilità di disporre di contenuti multimediali diversi su un medesimo supporto, la personalizzazione e l’ubiquità dell’informazione grazie ai dispositivi wireless, hanno avviato un processo di trasformazione profondo, radicale e pervasivo che ha interessato il mondo delle imprese senza distinzioni.
Inoltre in contesti di mercato decisamente saturi come quelli odierni, in cui è necessario strapparsi i clienti l’un l’altro, dove la comunicazione tradizionale è quasi assordante e per questo meno efficace, il word of mouth diventa uno strumento strategico ai fini della reputazione aziendale. I contenuti ora possono essere trasferiti all’esterno dell’azienda in modo virale, girare ed essere condivisi su più mezzi e su più piattaforme contemporaneamente secondo la logica della multicanalità, colpire target specifici e sfruttare le caratteristiche di ciascuno strumento per raggiungere obiettivi di marketing mirati. Così, posizionamento organico sui motori di ricerca, Keywords Advertising, display advertising, Social Network, blog, e-mail marketing, wiki, diventano le nuove parole d’ordine per curare l’immagine aziendale e fidelizzare l’utente rendendo il proprio brand riconoscibile agli occhi degli stakeholder attuali e potenziali.
Lo spazio relazionale è cambiato: alle imprese è richiesta una nuova forma mentis che parta dalle istanze dei consumatori non più come elemento astratto ma espressione di un pubblico attivo. Interagire in modo efficace ed economico direttamente con il proprio target di riferimento, non solo all’interno di un sito aziendale ma nell’intero spazio del web, diviene un aspetto fondamentale nello scenario competitivo odierno.
Le imprese, dapprima abituate a basare la propria comunicazione su flussi comunicativi principalmente unidirezionali in cui i contenuti venivano preconfezionati e spinti per essere fruiti dal pubblico in maniera indistinta, avvertono ora il bisogno di comunicare con un pubblico più ampio, di creare uno spazio per lo scambio di informazioni, ma soprattutto permettere agli utenti di condividere e partecipare.
È questa la vera rivoluzione della comunicazione 2.0, quella che si gioca tutta su Internet, sulle strategie di individuazione degli angoli giusti della rete, sull’ascolto delle opinioni, sulla partecipazione attiva del consumatore, fruitore ma allo stesso tempo agente nella complessa dinamica del consumo sempre più bidirezionale. Il valore aggiunto dunque non risiede più solo nello scoprire quali siano gli strumenti migliori per presentare il proprio prodotto ma la possibilità farsi raggiungere da chiunque e ovunque. Il tutto a costi nettamente inferiori rispetto alle tradizionali attività di marketing e comunicazione off line, sia in termini assoluti sia di ritorno sugli investimenti.
Comunicare in un’ottica low cost, grazie alle nuove tecnologie, oggi diventa dunque possibile fermo restando che una reale adesione al progetto imprenditoriale da parte dei propri stakeholder deriva da una comunicazione intesa come risorsa strategica, inserita in un modello culturale e operativo di lungo termine, parte fondamentale del sistema generale di impresa e non come mera funzione da attivare sporadicamente in situazione di crisi o in fase di vendita e promozione.