25 Aprile 2024, giovedì
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Le proteste sono ritenute inutili

«La pressione fiscale sta massacrando le imprese- il 75 % del ricavo se ne va in tasse, servono 280 giorni l’anno per pagare il fisco. E la burocrazia fa da padrona : ogni tre giorni c’è una scadenza fiscale a cui far fronte».

Tutto inutile organizzare incontri,convegni,dibattiti : il trend del prelievo fiscale cresce inesorabile.

Secondo recenti dati , la pressione fiscale media nazionale per un piccolo imprenditore è al 69,48 %, e chi si trova vicino al dato medio deve pure essere contento. Perché a Bologna, solo per fare un esempio, il carico fiscale è arrivato al 77,23 %, Rimini è a ruota mentre Roma è al 76,54 % e Bari al 74,91 %.

Il governo ha stanziato un contributo per aiutare chi ha avuto il capannone distrutto dal sisma. Ebbene chi non aveva l’assicurazione sul capannone ritira il contributo e ringrazia, chi aveva firmato (e pagato) una polizza assicurativa (era stato cioè previdente) riceve l’indennizzo (anziché il contributo statale)  ma su di esso deve pagare le tasse.

Un fisco troppo vorace, che in tempo di crisi è diventato insostenibile. Un laboratorio artigianale con tre dipendenti deve adempiere, adempimenti divisi in 70 scadenze tributarie in un anno: autocertificazioni Iva, fatturazioni differite, Tares, Irap, presentazioni modelli di studi di settore, ritenute alla fonte dei redditi, Imu, libro degli inventari, e così via. «Sì, una scadenza ogni tre giorni – Il fatto è che non c’è consapevolezza del danno che questa situazione provoca all’economia. Qualcuno dice: sì, ma c’è l’evasione. Bene, colpiamola l’evasione, tutti dobbiamo remare in questa direzione, ma non si può distruggere chi non evade perché c’è chi evade».

Il fatto è, che si sta aprendo un contenzioso abnorme tra i contribuenti e il fisco. Si  calcola che un’azienda su dieci non pagherà l’acconto Irpef di luglio perché non ha i soldi, e così sarà per l’Imu .E gli insoluti aumentano in maniera piramidale: «delle due l’una   se l’azienda non ha i soldi, o paga le tasse o paga i dipendenti e i fornitori».

Tra il 20% e il 30% delle aziende non sarà in grado di saldare l’acconto Irpef 2013 e il conguaglio 2012.  Un altro dato che fa riflettere . «Si muore  di fisco- e c’è pure chi si accanisce, mi riferisco a un sistema bancario che ha costi sempre più elevati e per di più non eroga credito».

«I piccoli imprenditori sono con l’acqua alla gola ma attenzione: se non si salvano le piccole imprese va tutto a rotoli».

A cura del Prof. Giuseppe Catapano

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