1 Dicembre 2025, lunedì
HomeMondoCronaca nel MondoSiria, colpo al cuore dell’arte: rubate statue romane dal Museo nazionale di...

Siria, colpo al cuore dell’arte: rubate statue romane dal Museo nazionale di Damasco

Il furto nella notte nella sezione appena riaperta del museo simbolo della capitale. Svanite preziose opere di epoca romana e tardoantica, mentre le autorità parlano di “indagini in corso” e mantengono il massimo riserbo.

Un nuovo colpo alla memoria culturale della Siria, già duramente ferita da anni di conflitto e instabilità politica. Alcune statue di epoca romana sono state rubate nella notte dal Museo nazionale di Damasco, uno dei più importanti custodi del patrimonio storico del Paese. A renderlo noto è stato il ministero dell’Interno, che ha confermato l’avvenuto furto senza tuttavia fornire ulteriori dettagli sulle modalità del colpo o sull’identità dei responsabili.

L’episodio ha colpito un’istituzione appena tornata a respirare. Dopo un lungo periodo di chiusura, seguito al cambio di potere avvenuto un anno fa, il Museo nazionale aveva riaperto i battenti solo nei mesi scorsi. Un segnale di rinascita, accolto con entusiasmo dal mondo culturale siriano e internazionale, che vedeva nella riapertura un passo verso la normalizzazione del Paese e la tutela del suo inestimabile patrimonio.

Ma la riapertura era avvenuta solo parzialmente. A essere accessibile al pubblico era il primo piano dell’edificio, dedicato all’arte classica, dove sono conservati capolavori di epoca romana, ellenistica e bizantina: sculture, mosaici, bassorilievi, testimonianze di una Siria antica crocevia di civiltà. Ed è proprio in questa sezione che i ladri hanno colpito, portando via alcune statue di grande valore storico e artistico.

Secondo fonti locali, il furto sarebbe avvenuto durante le ore notturne, quando il museo era chiuso e il personale di sorveglianza ridotto al minimo. Le autorità hanno avviato un’indagine interna per accertare le responsabilità e valutare eventuali falle nei sistemi di sicurezza. Nessuna informazione è trapelata sul numero esatto delle opere trafugate, né sul loro stato di conservazione prima della sparizione.

Il Museo nazionale di Damasco, inaugurato nel 1919, è considerato uno dei più importanti del Medio Oriente per la ricchezza delle sue collezioni, che abbracciano millenni di storia — dai reperti preistorici alle testimonianze dell’età islamica. Durante gli anni più duri della guerra civile, molte opere erano state trasferite in luoghi segreti per proteggerle da saccheggi e bombardamenti, mentre i locali del museo avevano subito danni e chiusure prolungate.

Il furto di oggi riapre ferite mai rimarginate e rilancia l’allarme sul rischio che il patrimonio culturale siriano continui a essere bersaglio di traffici illeciti e mercato nero. Negli anni passati, migliaia di reperti provenienti da siti archeologici siriani e iracheni erano finiti nelle mani di collezionisti privati e intermediari senza scrupoli, alimentando un giro d’affari internazionale che si intreccia con la criminalità organizzata e il finanziamento di gruppi armati.

Per la Siria, la perdita di queste statue non è soltanto un danno materiale: è un colpo al cuore della propria identità storica. Ogni scultura sottratta rappresenta una pagina di memoria cancellata, un frammento di civiltà sradicato dal suo contesto. In un Paese che tenta faticosamente di rialzarsi, la cultura resta una delle chiavi per ricostruire un senso di unità e continuità con il passato.

Il ministero dell’Interno ha promesso che “ogni sforzo sarà compiuto per recuperare le opere trafugate”. Ma il silenzio che avvolge la vicenda, unito alla fragilità delle istituzioni e alla complessità del momento politico, lascia aperti molti interrogativi. Damasco si ritrova così a dover difendere, ancora una volta, non solo la propria sicurezza, ma la propria memoria millenaria.

Sponsorizzato

Ultime Notizie

Commenti recenti