7 Ottobre 2025, martedì
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Sinner si arrende ai crampi: finisce al terzo set l’avventura di Jannik a Shanghai

Il campione uscente costretto al ritiro contro Griekspoor: sfuma la difesa del titolo e si complica la rincorsa ad Alcaraz. Decisive le occasioni sprecate nel secondo set, poi il tracollo fisico nel terzo

SHANGHAI — La difesa del titolo finisce prima ancora di entrare nel vivo. Jannik Sinner è costretto ad alzare bandiera bianca negli ottavi di finale del Masters 1000 di Shanghai, travolto non dal gioco dell’avversario ma da un nemico più subdolo: i crampi. L’azzurro, numero 2 del mondo e campione uscente in Cina, si ritira nel terzo set contro l’olandese Tallon Griekspoor sul punteggio di 7-6, 5-7, 2-3, dopo due ore e 48 minuti di partita intensa, giocata in condizioni ambientali al limite della sopportazione.

Non sarà dunque Sinner a proseguire il suo cammino sul cemento cinese, e con l’uscita prematura si chiude anche – almeno per il momento – la possibilità di avvicinare ulteriormente Carlos Alcaraz in vetta al ranking ATP. Una sconfitta che pesa doppiamente: sul piano fisico, per il cedimento improvviso e preoccupante, e su quello mentale, per le occasioni mancate che avrebbero potuto cambiare completamente la storia del match.

Un avvio brillante, poi l’equilibrio

La partita era cominciata sotto i migliori auspici per Sinner, che aveva approcciato il primo set con il piglio giusto e un servizio efficace. Il parziale si è mantenuto in equilibrio fino al tie-break, dove l’azzurro ha fatto valere la sua superiorità tecnica e mentale, dominando con autorità e chiudendo 7-3 in 54 minuti.

Ma già nel secondo set le cose hanno iniziato a complicarsi. Sinner ha avuto ben sei palle break in totale, tre delle quali consecutive sul 4-3, ma non è riuscito a concretizzarle. L’ottavo game del parziale si è rivelato cruciale: Griekspoor, sotto 0-40, si è salvato con una straordinaria sequenza di servizi e vincenti, ribaltando l’inerzia del set e del match. Sul 5-5, l’olandese ha poi sfruttato il momento positivo per strappare il servizio all’italiano e chiudere 7-5, pareggiando i conti dopo due ore di battaglia.

Il tracollo fisico e il ritiro

Il terzo set si è aperto ancora nel segno dell’equilibrio, ma già nei primi scambi Sinner ha iniziato a mostrare segni di sofferenza fisica. Il primo game è stato vinto a zero, ma poi sono arrivati i primi errori non forzati, le smorfie di dolore, i crampi evidenti alla gamba destra.

Sul 2-2, Griekspoor ha continuato a martellare con il servizio – chiuderà con 17 ace – mentre Sinner ha progressivamente perso fluidità nei movimenti. Il quinto gioco è stato fatale: due doppi falli, un diritto spedito in rete e un altro errore grossolano hanno consegnato il break all’olandese. Dopo il cambio campo, con il punteggio sul 3-2 Griekspoor, l’intervento del fisioterapista non è bastato a rimettere in piedi l’azzurro, che ha scelto di fermarsi per evitare danni maggiori.

Una sconfitta che fa male (anche in classifica)

Con questo ritiro, Sinner lascia sul campo i 1000 punti conquistati lo scorso anno a Shanghai, vedendo così ampliarsi il distacco da Alcaraz nel ranking ATP. Dopo un’estate brillante culminata con il trionfo a Montreal, l’altoatesino incassa la prima uscita anticipata in un torneo sul veloce da oltre un anno. Un segnale preoccupante, soprattutto in vista delle ATP Finals di Torino, ormai all’orizzonte.

Ma oltre alla classifica, ciò che preoccupa di più è il calo fisico. Il caldo opprimente di Shanghai e l’umidità altissima hanno messo in crisi anche uno degli atleti più preparati del circuito. Il fatto che Sinner si sia arreso ai crampi senza aver concluso il terzo set è un campanello d’allarme che non può essere ignorato dallo staff tecnico e medico.

Griekspoor sfata il tabù e vola agli ottavi

Per Tallon Griekspoor, invece, quella di oggi è una vittoria storica. Fino a questo incontro, l’olandese aveva perso tutti e sei i precedenti con Sinner, senza mai riuscire a strappargli un set. Con una prova di grande solidità al servizio, ha saputo resistere nei momenti critici e approfittare dell’unico vero passaggio a vuoto dell’avversario.

Ora affronterà negli ottavi il monegasco Valentin Vacherot, autore di un’altra sorpresa nel tabellone: il suo avversario Tomas Machac si è ritirato a sua volta per problemi fisici, sul punteggio di 6-0, 3-1. Un altro indizio delle difficoltà estreme che i giocatori stanno affrontando in queste giornate a Shanghai.

Rammarico e prospettive

Sinner esce dal torneo con più di un rimpianto. Non solo per le palle break mancate nel secondo set – sei in totale, tre consecutive in un game che avrebbe potuto chiudere il match – ma anche per l’occasione persa di restare in corsa per un titolo che avrebbe rappresentato un importante trampolino in vista della parte finale della stagione.

Ora il calendario diventa delicato. La gestione del recupero fisico sarà prioritaria in vista degli impegni indoor e, soprattutto, delle Finals di Torino. L’obiettivo, già dichiarato, resta quello di arrivare al meglio all’appuntamento casalingo che può valere moltissimo, in termini di immagine, punti e fiducia.

Il bilancio: una sconfitta, non un passo indietro

Al netto della delusione, la stagione di Jannik Sinner resta di altissimo livello. Con il secondo posto nel ranking, i titoli conquistati e la crescita continua sul piano tattico e mentale, l’azzurro si è ormai consolidato tra i protagonisti assoluti del circuito.

La battuta d’arresto di Shanghai non cambia la traiettoria, ma ricorda che il salto di qualità definitivo passa anche dalla gestione delle energie, dall’equilibrio tra ambizione e lucidità, e dalla capacità di leggere i segnali del corpo prima che diventino ostacoli insormontabili.

Shanghai si chiude con un ritiro, ma la stagione è tutt’altro che finita. E il meglio, forse, deve ancora arrivare.

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