Parigi — Il presidente francese Emmanuel Macron rompe il silenzio e alza i toni contro l’assedio di Gaza. Con parole nette, ha definito il blocco umanitario imposto alla Striscia “uno scandalo” e “una vergogna”. Una condanna politica senza ambiguità, accompagnata da un rinnovato appello alla comunità internazionale per un “cessate il fuoco immediato”, la “liberazione degli ostaggi” ancora nelle mani di Hamas e la “riapertura delle rotte umanitarie” verso il territorio palestinese.
La dichiarazione del capo dell’Eliseo arriva in un momento di crescente tensione, dopo l’abbordaggio da parte delle forze israeliane di una nave della Freedom Flotilla, l’iniziativa civile che tenta da anni di forzare simbolicamente il blocco navale israeliano su Gaza. A bordo dell’imbarcazione fermata nelle scorse ore viaggiavano anche sei cittadini francesi, attivisti noti per il loro impegno umanitario.
“La Francia è vigile”, ha assicurato Macron, “e resta al fianco di tutti i suoi cittadini quando si trovano in pericolo”. Il governo francese ha già attivato i canali diplomatici con Israele, trasmettendo – fanno sapere fonti dell’Eliseo – “ogni messaggio necessario affinché sia garantita la protezione” degli attivisti e “possano fare ritorno al più presto su suolo francese”.
Le parole di Macron si inseriscono in un contesto sempre più delicato, con la situazione umanitaria nella Striscia al collasso. Le Nazioni Unite denunciano da mesi l’impossibilità di far arrivare cibo, acqua e medicinali ai civili palestinesi, mentre gli scontri tra l’esercito israeliano e le fazioni armate non conoscono tregua. Secondo Parigi, la riapertura dei corridoi umanitari e l’affermazione del diritto internazionale non sono più rimandabili.
La Francia, tra i principali Paesi europei ad aver riconosciuto formalmente la necessità di uno Stato palestinese, si conferma così tra le voci più critiche in Europa nei confronti della linea dura del governo Netanyahu. Un pressing che punta a rilanciare la diplomazia, in un quadro segnato da stallo negoziale, dramma umanitario e crescente isolamento politico.
