LECCE – Dopo tre mesi di latitanza, si è conclusa la fuga di Carmine Mazzotta, 51 anni, condannato a trent’anni di carcere per l’omicidio di Gabriele Manca, avvenuto nel 1999. Il pregiudicato, che si era dato alla fuga subito dopo la conferma della condanna da parte della Cassazione, è stato arrestato dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Lecce, nella mattinata di sabato, presso un Bed & Breakfast a Torre Lapillo, località balneare a pochi passi dal mare.
La sua latitanza era iniziata l’8 marzo 2025, poche ore dopo la sentenza definitiva della Corte di Cassazione che aveva confermato la condanna a trent’anni per l’omicidio di Gabriele Manca, un 21enne coinvolto in un giro di traffico di droga e assassinato il 17 marzo 1999 nelle campagne tra Lizzanello e Merine, in provincia di Lecce. Il corpo della vittima fu rinvenuto il giorno di Pasquetta dello stesso anno.
Il Delitto e le Indagini
La ricostruzione dell’omicidio è stata portata avanti dai Carabinieri del ROS, che hanno lavorato per anni alla definizione del caso. La vittima, secondo le indagini, fu uccisa con un colpo di pistola calibro 7,62 mentre cercava di fuggire da un gruppo di quattro uomini, tra cui Mazzotta, che avevano organizzato una vera e propria esecuzione. A confermare il coinvolgimento di Mazzotta come esecutore materiale del delitto sono stati due collaboratori di giustizia.
Mazzotta era stato inizialmente condannato a trent’anni di carcere con rito abbreviato, pena confermata in appello. Tuttavia, dopo l’annullamento della sentenza da parte della Cassazione, il processo d’appello era stato riaperto. Il 7 marzo 2025, la sentenza definitiva aveva confermato la condanna, ma Mazzotta, temendo l’arresto, si era dato alla fuga.
La Cattura
Nonostante la fuga, i Carabinieri non avevano mai smesso di cercarlo nella zona di Lecce, convinti che il latitante si trovasse ancora nei dintorni. Dopo settimane di indagini, appostamenti e servizi di osservazione, i militari hanno localizzato il presunto nascondiglio di Mazzotta presso un B&B a Torre Lapillo, una zona turistica rinomata anche per le sue splendide spiagge.
Per non destare sospetti, due carabinieri si sono infiltrati nella struttura ricettiva, prenotando una stanza come turisti in visita per il ponte festivo. Dopo aver individuato la camera occupata dal latitante, hanno allertato le altre pattuglie, che hanno circondato l’edificio e fatto irruzione, sorprendendo Mazzotta. Il 51enne, che si trovava da solo nella stanza, non ha opposto resistenza all’arresto. Al momento della cattura, Mazzotta ha dichiarato di aver cercato di nascondersi all’oscuro di tutti, limitando al massimo i contatti con l’esterno e approfittando della vicinanza al mare per passeggiate occasionali.
L’uomo aveva con sé diversi telefoni e utenze telefoniche, oltre a un’ampia varietà di abbigliamento, sia estivo che invernale, che fa ipotizzare che stesse pianificando di spostarsi altrove per prolungare la sua latitanza.
Il Futuro Giudiziario di Mazzotta
Dopo l’arresto, Carmine Mazzotta è stato trasferito nel carcere di Lecce, dove dovrà scontare la pena definitiva di trent’anni di reclusione. Nel frattempo, le indagini continuano per ricostruire il periodo della sua latitanza e identificare eventuali complici o persone che lo hanno aiutato a nascondersi.
La cattura di Mazzotta rappresenta una tappa importante nell’attività dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Lecce e della Direzione Distrettuale Antimafia, che hanno lavorato incessantemente per restituire giustizia alla famiglia della vittima e alla comunità.