Un arresto internazionale scuote il mondo del trap. Simba La Rue, noto trapper italiano, è stato arrestato a Barcellona, in Spagna, in esecuzione di un provvedimento di cumulo pene. Il giovane artista, che già aveva alle spalle condanne definitive, dovrà ora fare i conti con la giustizia italiana per due gravi reati: una sparatoria avvenuta a Milano e la cosiddetta “faida tra trapper”, che ha segnato un periodo turbolento nella scena musicale.
L’arresto, eseguito dai carabinieri su richiesta delle autorità italiane, segna la fine di un lungo percorso giudiziario per Simba La Rue, alias Mohamed Lamine Saida, che dovrà ora scontare un totale di 7 anni, 3 mesi e 10 giorni di carcere.
Le condanne: una sparatoria e una faida tra trapper
Le due condanne che pesano sul trapper sono di particolare gravità. La prima, quella legata alla sparatoria di Milano, risale al 2-3 luglio 2022, quando la violenza esplose in via Tocqueville, nel cuore della movida milanese. Simba La Rue fu coinvolto in un conflitto a fuoco che, fortunatamente, non causò morti ma provocò il ferimento di una persona. In seguito a questo episodio, il trapper è stato condannato a 4 anni e 6 mesi di carcere.
La seconda condanna riguarda invece la famosa “faida tra trapper”, che ha visto numerosi scontri tra artisti della scena rap e trap, alcuni dei quali si sono conclusi con violenza fisica. Simba La Rue fu accusato di essere coinvolto in questi conflitti, culminando nella sua condanna a 3 anni, 9 mesi e 10 giorni.
La difesa: “Non era latitante”
Nonostante l’arresto, la difesa di Simba La Rue, rappresentata dall’avvocato Niccolò Vecchioni, ha precisato che il suo assistito non fosse un latitante. Secondo la versione del legale, Simba La Rue si trovava a Barcellona per motivi di lavoro e non si era sottratto alla giustizia. “Non era latitante, ma si trovava all’estero per ragioni professionali”, ha dichiarato Vecchioni, aggiungendo che, al momento dell’arresto, non era ancora stato notificato il provvedimento riguardante il cumulo delle pene.
Un passato di violenza e ferite
Simba La Rue non è nuovo alla violenza: nel corso della cosiddetta “faida tra trapper”, il giovane artista era già stato vittima di un agguato che lo aveva visto ferito a una gamba. L’incidente, avvenuto durante uno dei numerosi scontri tra i vari protagonisti della scena trap, ha complicato ulteriormente la sua situazione legale. A seguito di questo episodio, aveva ottenuto un differimento pena per motivi di salute, a causa delle sue problematiche fisiche.
Quando, però, è arrivata la seconda condanna, il destino di Mohamed Lamine Saida sembrava ormai segnato. Nonostante i problemi di salute, è stato inevitabile per lui finire dietro le sbarre.
L’amico Baby Gang: una condanna simile
Un altro nome noto legato a Simba La Rue è quello di Baby Gang, ovvero Zaccaria Mouhib, anche lui un trapper di grande successo ma con un passato turbolento. A marzo, anche Baby Gang ha ricevuto una condanna definitiva per la sua partecipazione a una sparatoria. Due anni, nove mesi e dieci giorni di reclusione per lui, ma con la possibilità di chiedere l’affidamento in prova ai servizi sociali, un’opportunità che potrebbe consentirgli di scontare la pena in modo alternativo.
Nonostante le condanne, i due trapper continuano a mantenere una posizione di rilievo nel panorama musicale, ma il loro percorso giudiziario rimane tutt’altro che concluso.
Simba La Rue, ora estradato in Italia, dovrà affrontare il peso delle sue condanne definitive, ma questo arresto getta anche un’ombra sulla violenza che ha contraddistinto la “faida tra trapper”, un capitolo oscuro del panorama musicale che continua a fare notizia, ma anche a lasciare ferite.
