Dopo il recente scambio telefonico tra Vladimir Putin e Donald Trump sulla guerra in Ucraina, il Cremlino ha voluto fare chiarezza sulle prospettive di un incontro faccia a faccia tra i due leader, suggerendo che, sebbene le trattative siano importanti, non c’è fretta di organizzare un summit. La Russia ha sottolineato che, al momento, è prematuro parlare di un coinvolgimento diretto dell’Europa nei negoziati sul conflitto, aggiungendo che i colloqui con gli Stati Uniti dovrebbero affrontare in modo prioritario anche la questione della “sicurezza nel continente europeo”.
Il portavoce del presidente russo, Dmitry Peskov, ha dichiarato che è troppo presto per discutere di un ruolo della Cina nelle trattative, nonostante la proposta di Pechino, che aveva suggerito, tramite intermediari, l’idea di un vertice con Trump per contribuire a facilitare “gli sforzi di mantenimento della pace”, nel caso di una possibile tregua. La posizione di Mosca resta quella di voler proseguire il dialogo con la comunità internazionale, ma senza affrettare le cose.
A proposito del possibile coinvolgimento del Vaticano, Peskov ha confermato che la Russia è aperta a continuare la comunicazione con la Santa Sede riguardo alla situazione di Kiev, ma ha anche ribadito che ogni passo deve essere fatto con cautela, evitando soluzioni prematuramente affrettate.
In sintesi, Mosca appare determinata a gestire con calma le trattative internazionali, evitando, almeno per il momento, un’escalation di coinvolgimenti diretti da parte di altri attori globali come l’Europa o la Cina, e concentrandosi invece sul rafforzamento della sicurezza europea come tema cruciale nelle discussioni future.
