A cura di Valentina Pommi
El Salvador ha avanzato una proposta senza precedenti agli Stati Uniti: accogliere criminali pericolosi detenuti nelle carceri americane, compresi cittadini statunitensi e migranti irregolari con precedenti penali. L’offerta, confermata dal Segretario di Stato americano Marco Rubio, è stata discussa durante un incontro con il presidente salvadoregno Nayib Bukele presso la sua residenza sul suggestivo lago Coatepeque.
Rubio ha definito l’iniziativa “un atto di amicizia senza precedenti”, dichiarando che gli Stati Uniti sono “profondamente grati” per la disponibilità del governo salvadoregno. Il Segretario ha sottolineato che mai prima d’ora un Paese aveva avanzato una proposta simile.
Da parte sua, Bukele ha ribadito la volontà di accogliere detenuti statunitensi nelle mega-prigioni del Paese, comprese figure pericolose condannate negli USA, in cambio di un compenso economico. In un post pubblicato sulla piattaforma X, il presidente salvadoregno ha parlato di “esternalizzazione del sistema carcerario americano”, in linea con il precedente accordo del 2019 sull’accettazione dei migranti deportati dagli Stati Uniti.
L’accordo si concentrerebbe in particolare sui membri di temibili gang latinoamericane come MS-13 e Tren de Aragua, la cui attività criminale si estende dagli Stati Uniti a tutto il continente. Questa proposta arriva in un momento di forte stretta sull’immigrazione da parte dell’amministrazione Trump, che ha rilanciato una politica di “deportazioni di massa” e un rafforzamento senza precedenti del controllo del confine con il Messico. Trump ha inoltre firmato un ordine esecutivo volto a bloccare l’immigrazione irregolare e a limitare le richieste di asilo, consolidando la sua linea dura sulla sicurezza nazionale.
Nel suo primo tour diplomatico, Rubio ha inoltre chiesto a Panama di “ridurre immediatamente” l’influenza della Cina sul Canale di Panama, dimostrando le prioritarie ambizioni geopolitiche dell’amministrazione statunitense nella regione.
La decisione di Bukele di aprire le carceri salvadoregne ai detenuti statunitensi si inserisce nella sua rigida politica di sicurezza interna. Durante la sua presidenza, El Salvador è passato dall’essere uno dei paesi più violenti del mondo a uno dei più sicuri della regione. Attraverso misure straordinarie e arresti su larga scala, il governo ha di fatto annientato le gang criminali, riducendo drasticamente il tasso di omicidi. Tuttavia, secondo Amnesty International, questa strategia ha portato alla “sostituzione della violenza delle gang con la violenza dello Stato”, con oltre 75.000 arresti e continue proroghe dello stato d’emergenza.
Nonostante le denunce di abusi e arresti indiscriminati da parte delle organizzazioni per i diritti umani, Bukele continua a godere di un consenso popolare senza precedenti, tanto da ottenere la rielezione con una vittoria schiacciante.
Se concretizzato, l’accordo tra El Salvador e Stati Uniti potrebbe segnare una svolta radicale nelle politiche carcerarie e migratorie americane, offrendo a Washington una nuova opzione per la gestione della criminalità transnazionale.