A cura di Ionela Polinciuc
Paola Bradamante: un’anima divisa tra scienza e arte, ma un cuore interamente dedicato alla bellezza.
Ci sono vite che scorrono su binari paralleli, divise tra passioni apparentemente inconciliabili, e poi ci sono quelle che, come un fiume in piena, riescono a unire tutto in un unico, straordinario flusso. Quella di Paola Bradamante è una di queste. Chimico e biochimico per formazione e professione, artista per vocazione e necessità, ha saputo trasformare ogni sfumatura della sua vita in una tavolozza ricca di colori, emozioni e significati.
In lei convivono la precisione analitica di chi ha dedicato anni alla scienza e la sensibilità istintiva di chi sa vedere oltre, fino al cuore pulsante della realtà. Ma ciò che davvero incanta è la sua capacità di trasformare ogni esperienza, ogni scoperta, in un linguaggio universale che parla direttamente all’anima. Per Paola, creare non è semplicemente un atto tecnico o estetico: è un’urgenza, un bisogno primordiale di connettersi agli altri, di raccontare storie che sanno ispirare, emozionare e – perché no – scuotere.
Oggi, seduti al tavolo di questa intervista, scopriamo non solo un’artista, ma una donna che ha scelto di riscrivere le regole della propria vita. Ogni pennellata, ogni scatto fotografico è una finestra su un mondo fatto di sogni, passione e una profonda setta di conoscenza. Una storia che invita a guardare oltre, a non smettere mai di inseguire le proprie verità.
Paola Bramante: Chimico e/o artista, cosa ci racconta?
Entrambe le cose! Ho studiato chimica per scelta ed ho svolto il mio lavoro di biochimica con passione, anche se il desiderio originario era quello di dedicarmi professionalmente all’arte, un desiderio non realizzabile per opposizione familiare. Per anni mi sono sentita una biochimica di professione ed un’artista non realizzata, poi la personalità artistica si è imposta e per alcuni anni le mie due personalità hanno “coabitato” pacificamente. Con il mio pensionamento ora sono un’artista a tempo pieno, ma questo non significa che abbia dimenticato la mia formazione, la mentalità scientifica esiste sempre, anche se ora si trova un po’ in secondo piano. Sono una persona curiosa, mi entusiasma scoprire mondi nuovi: il primo mondo nuovo nella vita adulta per me è stata la scienza, cioè la chimica. Anche la chimica dei colori visto che durante un appassionante laboratorio universitario mi sono dedicata alla sintesi di coloranti, il mio camice in quell’occasione si era trasformato in un’opera d’arte! Peccato averlo perduto.
Intuizione o razionalità scientifica nel tuo processo creativo?
Direi con sicurezza che prevale l’intuizione. Prima però c’è una riflessione su cosa desidererei ottenere e perché, poi scelgo il supporto, ora quasi sempre una tela, in passato anche cartone telato e carta, il tipo di colore e quale composizione, almeno in linea di principio. Poi mi lancio… e mi lascio trasportare dall’intuizione e dalla fantasia, a volte rispetto l’idea originale e a volte no, può succedere che faccia delle modifiche o delle aggiunte nei giorni successivi osservando il risultato durante la delicata fase di asciugatura. Per questo, pur avendo a disposizione un atelier, preferisco lavorare in casa, sul tavolo di cucina. In certi periodi avevo “lavori in corso” sparsi sul pavimento, dappertutto. In questo modo seguo da vicino l’evoluzione delle mie creature, intervenendo quando
lo ritengo necessario.
Parliamo di fotografia…
La fotografia mi ha sempre affascinato, come complemento all’arte e non solo. Il mio primo
stipendio mi è servito per comprare una macchina fotografica, allora analogica. La fotografia digitale è arrivata molto tempo dopo; è un mezzo fantastico, soprattutto grazie alla rielaborazione grafica permette di creare una serie infinita di mondi possibili. La prima cosa però è ottenere una buona fotografia, per riuscirci ci vuole tecnica e pazienza. La scelta dell’inquadratura è un qualcosa che secondo me è innato, non si può insegnare, ci vuole istinto. L’inquadratura è un viaggio emozionale, una ricerca che può mettere in rilievo sorprendenti dettagli. La rielaborazione grafica poi permette di dare libero sfogo alla fantasia, anche con mezzi tecnicamente semplici, come modifiche o inversioni cromatiche, variazione di contrasto… Affinando tecniche e conoscenze potrei ottenere molto di più, entrare in questo magico mondo è uno dei miei obiettivi.
L’arte e l’artista oggi
Temo che molti non abbiano alcun interesse per l’arte. Non so se questo dipenda da scarsa
formazione, scarso interesse, ma ho l’impressione che l’artista non venga tenuto in grande
considerazione, salvo naturalmente gli artisti sommi, già consacrati dalla storia dell’arte. Cos’è un artista? A volte mi sono posta questa domanda o l’ho posta ad altri colleghi e amici artisti. Un artista è qualcuno che produce arte, ma allora cos’è arte? Non arriviamo mai alla fine… un artista crea per impulso personale, necessità intima di esprimersi, ma poi deve mostrare il suo lavoro per regalare qualcosa a chi lo osserva. Con i miei colori vivaci cerco di trasmettere gioia, energia, magari anche rabbia, l’importante è che l’osservatore non rimanga indifferente.
In che modo il Menotti Art Festival contribuisce a promuovere la cultura contemporanea e quali opportunità offre agli artisti e agli scrittori?
Per un artista è davvero molto importante la visibilità, così difficile da ottenere. Quindi la possibilità di farsi conoscere nell’ambito di un festival molto noto e apprezzato in tutto il mondo è sicuramente una promozione molto utile per un artista che si dedichi a qualsiasi tipo di arte. Promuovere l’arte è con certezza un’operazione davvero meritoria visto che gli artisti trovano spesso enormi difficoltà per farsi conoscere.
Quali sono i progetti in corso e quelli futuri?
Ogni anno organizzo almeno un’esposizione personale a Bolzano, la città dove vivo. Di solito ha luogo nella Galleria dell’Associazione degli Artisti di cui sono socia, a volte a questa si aggiunge una mostra personale nella Piccola Galleria o altre mostre personali in altre città. Per il 2025 prevedo, per il momento, solamente un’esposizione personale a Bolzano, appunto nella piccola Galleria. Avrà luogo in maggio, esporrò una serie di lavori eseguiti con colori acrilici su tela.
Parteciperò sicuramente a diverse mostre collettive, sceglierò quando si presenta l’opportunità di partecipare, senza un programma previo preciso. In questo periodo oltre a dipingere sto dedicandomi alla fotografia e non escludo di poter dedicare nel futuro ampio spazio a quest’arte.
Chi è Paola Bramante?
Paola Bramante è un’artista contemporanea e una biochimica con una carriera lunga e poliedrica che unisce scienza e creatività. Dopo anni dedicati alla ricerca biochimica, ha lasciato che la sua vocazione artistica emergesse in modo preponderante, portandola ad esplorare mondi cromatici, forme e prospettive uniche. Oggi, con un’esperienza consolidata e numerose esposizioni personali e collettive alle spalle, è una figura di riferimento per chi cerca una fusione tra la razionalità scientifica e l’intuizione artistica.
BIOGRAFIA: Paola Bradamante è nata a Trieste nel 1957. Vive e lavora a Bolzano. Si è laureata in Chimica presso l’Università degli Studi di Trieste e si è specializzata in Chimica e Biochimica Clinica presso l’Università di Brescia. Per molti anni ha lavorato presso il Laboratorio di Biochimica dell’Ospedale di Bolzano. Pur dedicandosi a studi scientifici, ha mantenuto sempre vivo l’interesse artistico e attualmente si dedica interamente all’arte. Dal 2011 è socia dell’Associazione degli Artisti della Provincia Autonoma di Bolzano; dal 2013 al 2019 è stata vicepresidente, successivamente presidente fino al 2022. Dal 2022 è iscritta nel Registro Provinciale degli artisti e delle artiste, sezione Arti Visive, della Provincia di Bolzano. L’interesse di Paola Bradamante per il disegno e la pittura risale alla gioventù, periodo in cui è stata seguita dalla professoressa e scultrice ceramista Teresa Gruber. Il suo primo maestro è stato il professor Roberto Galletti con cui ha approfondito differenti tecniche pittoriche, soprattutto applicate allo studio e alla copia di dipinti
famosi. Ha frequentato anche altri corsi con insegnanti italiani e stranieri. In parallelo, ha sviluppato un’indagine personale dell’Arte Informale, che si costituisce come la sua forma di espressione.
Nelle opere utilizza prevalentemente colori a tempera e acrilici, che vengono trattati in maniera inedita su diversi supporti insieme a materiali diversi come vetro, specchio, carta velina, colle. Nel corso della sua carriera artistica ha esposto in numerose mostre sia personali che collettive, in diverse città italiane, tra cui Bolzano, Merano, Trento, Firenze, Milano, Roma, Torino, Genova, Savona, Napoli e Venezia, e città straniere, come Basilea, Berlino, Stoccarda, Colonia, Lisbona, Las Palmas, Londra, Montevideo, Buenos Aires e molte altre. Oltre all’italiano e al tedesco parla correntemente lo spagnolo, ha ottime conoscenze del portoghese e un livello base di inglese.