A cura di Ionela Polinciuc
Nel contesto della sempre crescente “body positivity”, un movimento sociale che cerca di normalizzare i corpi considerati dalla società poco estetici, emerge un fenomeno preoccupante: l’utilizzo distorto di influencer, inclusi dietisti, per promuovere cibo spazzatura e alimenti ultraprocessati a scapito della salute dei consumatori.
Il dibattito sulla “body positivity” cerca di contrastare gli stereotipi e gli standard di bellezza irrealistici imposti dalla società, specialmente sulle donne e sulle persone con diversi tipi di corpo. Tuttavia, nel tentativo di contrastare lo stigma sociale legato al peso e all’aspetto fisico, alcuni individui e aziende stanno sfruttando questo movimento per promuovere prodotti alimentari dannosi e non salutari.
In particolare, alcune figure, tra cui dietisti con un grande seguito sui social media, negano l’esistenza stessa dell’obesità, riducendola a una mera etichetta discriminatoria. Questo approccio estremo è alimentato dalla convinzione che l’obesità sia esclusivamente un pregiudizio sociale anziché una condizione di salute seria, influenzata da una serie di fattori genetici, ambientali e comportamentali.
Il problema si acuisce quando scopriamo che molte di queste figure, apparentemente impegnate nella lotta contro gli stereotipi di bellezza, sono sponsorizzate da aziende che producono cibi ultraprocessati, ricchi di zuccheri e grassi saturi. Queste sponsorizzazioni avvengono spesso senza trasparenza, nascondendo dietro un messaggio di “body positivity” la promozione di alimenti dannosi.
Le conseguenze di questa pratica sono gravi: i consumatori, in particolare i più giovani e influenzabili, potrebbero essere incoraggiati a consumare cibo spazzatura in nome di una supposta accettazione di sé e del proprio corpo. Questo ciclo perverso alimenta non solo problemi di salute fisica come l’obesità e le malattie cardiache, ma anche disturbi alimentari e problemi psicologici legati all’immagine corporea.
È essenziale mantenere un equilibrio tra l’empowerment individuale e la promozione della salute. L’obesità non dovrebbe essere ridotta a una questione estetica o sociale; è una condizione medica complessa che richiede approcci multidimensionali, inclusi cambiamenti nello stile di vita, la gestione dell’alimentazione e, quando necessario, interventi medici.
Inoltre, è fondamentale affrontare la questione dell’etica nel marketing e nell’influenza dei social media. Gli influencer, inclusi i dietisti, devono essere trasparenti riguardo alle loro sponsorizzazioni e responsabili nei confronti dei loro follower, promuovendo sempre scelte alimentari sane e basate su evidenze scientifiche.
La “body positivity” dovrebbe mirare a promuovere l’accettazione e il rispetto di tutti i corpi, senza promuovere comportamenti dannosi per la salute. È importante educare e informare il pubblico sulle conseguenze reali di determinati messaggi e pratiche, proteggendo così la salute e il benessere di tutti.