30 Aprile 2024, martedì
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La pace vista dall’Europa parola all’europarlamentare Valentino Grant

A cura di Ionela Polinciuc

In un mondo segnato da profonde tensioni e sfide geopolitiche, l’analisi lucida e le proposte concrete sono fondamentali per affrontare le complessità del panorama internazionale. Nell’ambito di questa intervista, l’Onorevole Grant offre un’importante riflessione sulla situazione attuale della geopolitica europea, esaminando le recenti tensioni e offrendo preziose prospettive su come promuovere la pace e la stabilità nelle aree critiche.

Qual è la sua valutazione attuale della situazione geopolitica europea, considerando le recenti tensioni internazionali e le sfide che l’Unione Europea deve affrontare?

Gli accadimenti degli ultimi anni hanno profondamente segnato la geopolitica europea: partendo dalla pandemia da Covid-19, continuando con la guerra in Ucraina e con l’annosa questione Mediorientale (solo per elencare gli avvenimenti più drammatici). Le conseguenze che tali eventi portano con sé ci obbligano nel tentativo di individuare possibili strade per giungere alla tanto desiderata pace, prestando particolare attenzione al bene comune.

Quali sono le iniziative che ritiene possano essere adottate a livello europeo per promuovere la pace e la stabilità in aree critiche come l’Ucraina e il Medio Oriente?

Per promuovere la pace e la stabilità in queste aree critiche c’è bisogno di accordi importanti tra le parti: ritengo necessario l’intervento di un mediatore rilevante che riesca a far conciliare le posizioni dei soggetti in questione.

Come valuta il ruolo attuale della NATO nel mantenimento della pace e della sicurezza internazionale, e quali miglioramenti propone per aumentare l’efficacia dell’organizzazione?

La Nato ha un ruolo cruciale nel mantenimento della pace e della sicurezza internazionale, soprattutto considerando le minacce tradizionali e quelle emergenti che l’Europa e il mondo affrontano: penso ad esempio come al terrorismo, alla proliferazione delle armi, alla cyber warfare e alle tante tensioni regionali. Per aumentare l’efficacia dell’organizzazione si potrebbe rafforzare la cooperazione e la coesione tra i membri dell’Alleanza, garantendo un impegno comune per la difesa collettiva e una risposta unita alle minacce emergenti, promuovendo una maggiore trasparenza e responsabilità all’interno dell’organizzazione stessa, garantendo una gestione efficiente delle risorse e una valutazione regolare delle politiche e delle operazioni.

Qual è la sua opinione sulla necessità di rafforzare l’integrazione politico-istituzionale dell’Unione Europea, e quali misure concrete suggerisce per raggiungere questo obiettivo?

Penso sia fondamentale rafforzare l’integrazione politico-istituzionale dell’Unione Europea attraverso riforme istituzionali, maggior coinvolgimento dei cittadini e un maggiore coordinamento delle politiche economiche e fiscali tra gli Stati membri.

Quali sono le principali sfide che l’Europa deve affrontare nel campo della sicurezza interna e della lotta al terrorismo, e quali sono le sue proposte per affrontare tali sfide?

Una delle principali sfide è la lotta al terrorismo: basti pensare che ultimamente le organizzazioni terroristiche reclutano adepti persino online. Per affrontare questa sfida c’è bisogno di più cooperazione tra le Agenzie di sicurezza dei vari Paesi Membri e un maggior controllo delle frontiere, perché uno dei “mezzi” che viene utilizzato da questi gruppi terroristici è l’immigrazione illegale. Bisogna avere leggi più rigide e controlli maggiori per riuscire a combattere questo fenomeno.

Come valuta il ruolo dell’Unione Europea nel promuovere i diritti umani e la democrazia nel contesto globale, e quali azioni suggerisce per migliorare l’impegno dell’UE su questo fronte?

L’Unione Europea promuove vivamente i diritti umani e la democrazia, il problema è che far arrivare determinati messaggi ad alcuni Paesi extraUE è pressoché impossibile. Basti semplicemente pensare al ruolo della donna nei paesi islamici.

Qual è la sua opinione sulla gestione delle crisi migratorie da parte dell’Unione Europea, e quali sono le sue proposte per affrontare questa sfida in modo efficace e umano?

L’unico modo per migliorare la situazione migratoria è attraverso accordi con i Paesi da cui partono e/o transitano, al fine di impedire ab origine le partenze. Importante altresì attuare riforme più stringenti per quanto riguarda gli ingressi nei Paesi Membri.

Come ritiene che l’Unione Europea dovrebbe affrontare la questione del cambiamento climatico e della sostenibilità ambientale a livello internazionale?

Il tema del cambiamento climatico e della sostenibilità ambientale è un tema di rilevante importanza per il mondo intero, l’Unione Europea è molto attiva in merito, soprattutto negli ultimi anni, ma non bisogna dimenticare che cercare di risolvere questi problemi non deve andare a discapito dei cittadini e dell’economia europea, poiché si rischia di arrecare più danni di quanti sarebbero i benefici.

Quali sono le sue priorità legislative e politiche come europarlamentare per il prossimo periodo, e quali iniziative intende promuovere per raggiungere tali obiettivi?

Anzitutto aspettiamo come andranno queste elezioni, ma comunque i miei passi sono sempre stati indirizzati verso il benessere dei cittadini italiani, con attenzione particolare alle PMI, pilastro fondamentale per lo sviluppo del nostro Paese.

Infine, come vede il futuro dell’Unione Europea nel contesto geopolitico attuale, e quali sono le sue speranze e ambizioni per il prossimo decennio?

Il futuro dell’Unione Europea è incerto, negli ultimi anni abbiamo imparato che da un momento all’altro possono cambiare tante cose sia in modo negativo che positivo, pertanto non le so dire quale sarà. Ciò che posso dire è che spero ci saranno meno tensioni dal punto di vista geopolitico e quindi anche maggiore prosperità.

Onorevole Grant, qual è la sua opinione sull’ipotesi di affidare il governo di Haiti a un giudice, come proposto in passato per raggiungere un equilibrio durante periodi di crisi politica?

La situazione ad Haiti è ultimamente molto complicata: con il Presidente che si è dimesso e la città nelle mani di gruppi criminali, che cooperando tra di loro, hanno messo in ginocchio il Paese. Haiti è in attesa dell’ufficializzazione del Consiglio presidenziale provvisorio, dopo la conclusione di un mese di negoziati complessi tra le diverse fazioni della società haitiana. Questo accordo politico è stato firmato in mezzo a un contesto segnato dalla violenza delle bande armate. Una volta stabilito, il Consiglio transitorio composto da nove membri sarà responsabile della nomina del primo ministro e dell’aiuto nella formazione del nuovo governo. La situazione comunque è da tempo non delle migliorie e merita sicuramente tutta la nostra attenzione.

Certamente, una figura autorevole come il giudice della Corte di Cassazione Altenor Barthelmy è nella posizione migliore per assumere il ruolo di nuovo presidente di Haiti.

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