12 Maggio 2024, domenica
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Ma cos’è in sostanza DLLR?

A cura di Simona Montano 

Le preoccupazioni che FedNow fa nascere riguardo a possibili minacce alla riservatezza e alla autonomia finanziaria delle persone, rende infatti piu’ appetibili i servizi che promettono di essere degli “antidoti” a questi rischi, veri o presunti.

Tra questi nuovi servizi dobbiamo aggiungere ora anche una stablecoin, anzi, “LA” stablecoin, che vede la luce non a caso in questi giorni.

Nel giugno 2023, Exodus Movement, la società quotata in borsa che gestisce Exodus, uno dei wallet più famosi al mondo, ha annunciato di voler allocare parte del suo bilancio aziendale in questa nuova stablecoin, chiamata DLLR.

Come dicevo, il lancio di FedNow aumenta il rischio che la Federal Reserve possa cedere alla tentazione di voler prima o poi controllare tutto il sistema basato sul dollaro.

Exodus quindi sta cercando un modo per spostare parte del suo denaro fuori dal sistema centralizzato della Fed, senza però lasciare del tutto il sistema del dollaro, nè affidarsi a stablecoin gestite da entità private di dubbia reputazione.

E DLLR sembra essere il giusto compromesso.

DLLR è una stablecoin che vale 1 dollaro (come la vecchia DAI), è interamente supportata da bitcoin ed è amministrata on-chain in modo decentralizzato con degli smart contract.

La stablecoin nasce su Zero Protocol, una DeFi che permette di ottenere dei prestiti sotto forma di una stablecoin nativa, Zero USD, dando in garanzia dei bitcoin, a un interesse dello 0% a tempo indeterminato.

Ora Zero USD sta per essere gradualmente eliminata e sostituita dalla nuova stablecoin DLLR.

L’idea di collateralizzare una stablecoin con bitcoin, che è la cripto più decentralizzata e più liquida al mondo ed ha una produzione limitata di soli 21 milioni, è l’uovo di Colombo.

Praticamente DLLR è quasi un ritorno al dollaro pre-1971, cioè al dollaro che era ancora collateralizzato con un valore fisso di oro.

Tutto questo rende DLLR la stablecoin ideale, perché garantita da un asset – bitcoin – non soggetto a manipolazioni, impossibile da svalutare ed estremamente liquido.

Ma allora, perché nessuno aveva pensato finora di creare una stablecoin come DLLR?

In realtà ci avevano provato, ma non era ancora arrivato il momento giusto.

Ad esempio, nel 2015 la già citata DAI, la prima stablecoin decentralizzata, era collateralizzata con ethereum. Tuttavia l’estrema volatilità del mercato cripto aveva reso difficile mantenere stabile il prezzo fisso di DAI a $ 1.

Da allora, il mercato è diventato piu’ maturo, consentendo l’esistenza di progetti come Liquity USD (LUSD), che è quasi identico a DLLR, tranne per il fatto che è supportato da ethereum, anziché bitcoin.

Finora LUSD sta funzionando bene, proprio perché la volatilità di eth è molto piu’ controllabile.

Inoltre, al momento in cui scrivo, ci sono $ 777 milioni di eth sulla piattaforma Liquity a sostegno di un’offerta di 283 milioni di LUSD.

Quindi, il rapporto di garanzia per LUSD è ben al di sopra del 200%.

La collateralizzazione di DLLR dovrebbe avere valori analoghi, oltre ad avere il vantaggio di avere come garanzia btc, che è ancora piu’ liquido di eth e non risente delle pesantezze e dei costi dovuti all’uso “industriale” di eth.

Perciò, quando la coin sarà pronta, chiunque nel mondo disponga di uno smartphone e di un accesso a Internet potrà scaricare Exodus e iniziare a effettuare transazioni utilizzando una stablecoin veramente decentralizzata e non censurabile, con la garanzia di avere una collateralizzazione con la coin piu’ liquida al mondo, cioè bitcoin.

Non bisogna però dimenticare che le cripto seguono un ciclo quadriennale di alti e bassi.

La sfida delle stablecoin è mantenere il loro valore anche nei periodi di discesa del ciclo.

DLLR varrà sempre 1 dollaro, qualunque sia l’andamento di bitcoin.

Tuttavia nei periodi di trend discendenti potrebbe essere piu’ difficile per Zero Protocol mantenere il collaterale.

In pratica, quando bitcoin varrà di meno, ci vorranno piu’ bitcoin a garanzia di DLLR.

Quindi Zero Protocol dovrà avere la capacità economica di mantenere sempre la quantità giusta di btc nei depositi, anche quando il collaterale necessario dovrà essere maggiore di adesso.

Ci sono voluti diversi anni per scoprire che perDAI questa cosa non era gestibile. Ci vorrà altrettanto per testare allo stesso modo DLLR (senza contare che la finanza tradizionale potrebbe attaccare Zero Protocol come fatto a suo tempo con Luna).

Ciò non impedisce di usare tranquillamente DLLR nel medio-breve periodo come valuta di scambio, facendo attenzione a non usarla come riserva di valore a lungo termine (quindi mantenendola in deposito per periodi non superiori ai 6-12 mesi).

Se poi il tempo ci dirà che DLLR è davvero resistente ai cicli quadriennali e agli attacchi delle banche centrali, avremo a disposizione un’arma straordinaria per la battaglia contro la iper-centralizzazione e la dittatura finanziaria

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