A cura di Ionela Polinciuc
Adolescenti e musica. Un rapporto stretto che aiuta il processo di crescita, ma anche un argomento troppo spesso sentito tra i giovani e non solo. Sicuramente, la musica è di aiuto agli adolescenti perché parla per loro, dà voce ai loro pensieri, alle loro paure, li aiuta a fare chiarezza nei loro sentimenti. proprio per questo, abbiamo deciso di intervistare Tibe.
Quando e come nasce questa passione per la musica?
Nasce da bambino con influenze di vario tipo, gli ascolti di mio padre sono stati importanti per la musica Black, fin quando non mi è arrivato il rap in quinta elementare, da quel momento è nata una vera adorazione per tutto quel mondo, dall’estetica alla musica. Mi sono approcciato al sassofono come primo strumento, che ho lasciato dopo poco per “colpa” del rap degli amici e delle cannette nei centri sociali bolognesi in cui si faceva open Mic. Da lì ho iniziato a voler registrare quindi mi sono appassionato a tutta quella parte tecnica dell’audio, crescendo ho ripreso in mano in sassofono e il pianoforte coltivando sempre la mia passione per la scrittura.
Tibe, grazie ad un’attenta ricerca delle parole riesci a rendere ogni tuo pezzo un susseguirsi di immagini. Come fai?
Intanto grazie per me è molto importante trasmettere questo. Io credo che il mio cervello funzioni ad immagini, credo che l’essere una persona sensibile mi permette di mantenerle gelosamente dentro di me per poi utilizzarle per descrivere un emozione nella maniera più precisa e più comprensibile a chi le ascolta.
Come scegli il nome dei tuoi brani?
Di solito alla fine del pezzo cerco il titolo, o quando trovo l’idea del ritornello.
Progetti attuali e futuri?
Finire questo disco e seguire il mio profferto da cantautorale con un progetto più legato alla produzione e alla composizione.
