25 Aprile 2024, giovedì
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Prezzi: Unc, la top ten dei rincari alimentari e non

Pere +32,2%, carote e finocchi +21,5%, olio diverso da oliva +19,1%

Luce mercato tutelato +103,4%,  gas tutelato +86,5%

L’Unione Nazionale Consumatori ha elaborato i dati Istat resi noti ieri per stilare la classifica dei prodotti che hanno registrato i maggiori rincari, sia dei prodotti non alimentari che alimentari.

In testa alla top 20 dei prodotti alimentari si confermano, come nel mese precedente, le pere che costano il 32,2% (erano a +31%) in più rispetto a febbraio 2020. Al secondo posto Radici, bulbi non amidacei e altri vegetali (carote, finocchi, cipolle, aglio, asparagi, carciofi) salite del 21,5% in un anno. Sul gradino più basso del podio l’olio diverso da quello di oliva che vola del 19,1%.

Al quarto posto Altri vegetali coltivati per frutti (cetrioli, melanzane, zucchine, piselli, peperoni, fagiolini) che svettano del 18,7%. Seguono i pomodori con un incremento del 15,5% e al sesto posto il prodotto simbolo della cucina italiana, la pasta (secca e fresca), con +14,6%. Al settimo i cavoli (+11,2%), il burro (+11,1%) e, ex aequo, Arance e pesche (entrambe a +10,1%). Chiudono la top ten i frutti di mare con +10%.

In undicesima posizione l’insalata, +9,2%, segue la Farina (+8,9%). La carne più rincarata è il pollame (+5,9%, in 18° posizione), anche se meno del pesce (+6,2%). In 16° posizione il pane confezionato con +6,3%, molto meno del pane fresco, fuori dalla top 20 con +4,6%. Non in classifica anche l’olio di oliva (+4,2%), il riso (+3,5%), le uova (+3,5%) e il latte, con quello conservato che sale del 3,4% mentre quello fresco intero registra un contenuto +1,4%. Chiude la top 20 lo zucchero con +5,3%.

In testa alla top ten dei prodotti non alimentari, l’Energia elettrica mercato tutelato che vince con un astronomico +103,4% rispetto a febbraio 2020. Al secondo posto il Gas del mercato tutelato, +86,5%. Medaglia di bronzo l’Energia elettrica del mercato libero, dove, prevalendo contratti a prezzo fisso, si registra un incremento più basso del tutelato, +64,9%. Si ricorda che il dato tendenziale del gas del mercato libero non è disponibile, essendo entrato solo quest’anno nel paniere Istat. 

Al quarto posto Altri carburanti (Gpl, metano) con +38,7%, poi i Voli intercontinentali, che letteralmente decollano del 27,8%, il Gasolio per riscaldamento (+24,6%), in settima posizione il Gasolio per mezzi di trasporto (+24%), seguito a ruota dalla benzina (+21,9%). 

Primo dei beni non energetici, anche se sempre collegato al mondo dei motori, le autoscuole con +16,1%. Chiudono la top ten i Pacchetti vacanza nazionali che salgono del 14,6%.

“I rialzi dei beni energetici hanno fatto decollare i prezzi della verdura, sia per via delle serre che dei costi di trasporto su gomma. La pasta continua a rincarare, ma per ora secondo il trend in salita iniziato a partire dal mese di settembre 2021 è legato al crollo delle importazioni dal Canada (nel 2021 -59,6%). Se ci saranno in futuro speculazioni legate alla guerra in Ucraina, dalla quale non importiamo frumento duro, le denunceremo all’Antitrust. Ricordiamo che Russia e Ucraina hanno per il frumento duro solo il 2,3% dell’export mondiale e quasi inesistente per l’Italia. Per quanto riguarda il pane fresco, invece, cresce del 4,6%, con un incremento mensile dello 0,8%, ma, fino a questo momento, il trend sembra essere legato al rincaro dei beni energetici iniziato a ottobre, mese dal quale il prezzo è iniziato ad aumentare (+1,4% il dato tendenziale di ottobre, +2,5% a novembre, +3,3% a dicembre, +3,8% a gennaio, +4,6% a febbraio). Non per niente il pane confezionato sale più di quello fresco. Se, però, a marzo dovesse registrarsi un’impennata anomala, segnaleremo anche il pane all’Antitrust” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.

“Questi dati attestano comunque l’urgenza di dover intervenire per ridurre i costi dei beni energetici, senza i quali l’inflazione scenderebbe dal +5,7% al +2,1%, 2,7 volte in più. E il primo intervento indifferibile del Governo deve essere quello relativo alla benzina e al gasolio, per bloccare le speculazioni in corso. Urge un’immediata diminuzione delle accise di almeno 50 cent” conclude Dona.

Top 20 rincari annui di febbraio 2022 – prodotti alimentari

N ProdottoRincari %annui (a)di febbraio
1Pere32,2
2Radici, bulbi non amidacei, funghi e altri vegetali (finocchi, carote, cipolle, aglio, asparagi, carciofi)21,5
3Altri oli alimentari (diversi da olio di oliva)19,1
4Altri vegetali coltivati per frutti (cetrioli, melanzane, zucchine, piselli, peperoni, fagiolini)18,7
5Pomodori15,5
6Pasta secca, pasta fresca e couscous14,6
7Cavoli11,2
8Burro11,1
9Arance10,1
9Pesche e nettarine10,1
10Frutti di mare freschi o refrigerati10
11Insalata9,2
12Farina e altri cereali8,9
13Altri vegetali a foglia e stelo (cicoria, radicchio, spinaci, bietole, broccoletti, sedani)7,5
14Altri agrumi (mandarini, clementine, limoni, pompelmi)7,3
15Margarina e altri grassi vegetali6,7
16Pane confezionato6,3
17Pesce fresco o refrigerato6,2
18Pollame5,9
19Succhi di frutta e verdura5,6
20Zucchero5,3
FUORI CLASSIFICA
Pane fresco4,6
Olio di oliva4,2
Patate4,1
Riso3,5
Uova3,5
Latte conservato3,4

Fonte: Unione Nazionale Consumatori su dati Istat

Top ten rincari annui di febbraio 2022 – prodotti non alimentari

N ProdottoRincari % annui (a)di febbraio
1Energia elettrica mercato tutelato103,4
2Gas di città e gas naturale mercato tutelato86,5
3Energia elettrica mercato libero64,9
4Altri carburanti (Gpl, metano)38,7
5Voli intercontinentali27,8
6Gasolio per riscaldamento24,6
7Gasolio per mezzi di trasporto24
8Benzina21,9
9Autoscuole16,1
10Pacchetti vacanza – nazionali14,6

Fonte: Unione Nazionale Consumatori su dati Istat

a) da febbraio 2021 a febbraio 2022

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