Pere +32,2%, carote e finocchi +21,5%, olio diverso da oliva +19,1%
Luce mercato tutelato +103,4%, gas tutelato +86,5%
L’Unione Nazionale Consumatori ha elaborato i dati Istat resi noti ieri per stilare la classifica dei prodotti che hanno registrato i maggiori rincari, sia dei prodotti non alimentari che alimentari.
In testa alla top 20 dei prodotti alimentari si confermano, come nel mese precedente, le pere che costano il 32,2% (erano a +31%) in più rispetto a febbraio 2020. Al secondo posto Radici, bulbi non amidacei e altri vegetali (carote, finocchi, cipolle, aglio, asparagi, carciofi) salite del 21,5% in un anno. Sul gradino più basso del podio l’olio diverso da quello di oliva che vola del 19,1%.
Al quarto posto Altri vegetali coltivati per frutti (cetrioli, melanzane, zucchine, piselli, peperoni, fagiolini) che svettano del 18,7%. Seguono i pomodori con un incremento del 15,5% e al sesto posto il prodotto simbolo della cucina italiana, la pasta (secca e fresca), con +14,6%. Al settimo i cavoli (+11,2%), il burro (+11,1%) e, ex aequo, Arance e pesche (entrambe a +10,1%). Chiudono la top ten i frutti di mare con +10%.
In undicesima posizione l’insalata, +9,2%, segue la Farina (+8,9%). La carne più rincarata è il pollame (+5,9%, in 18° posizione), anche se meno del pesce (+6,2%). In 16° posizione il pane confezionato con +6,3%, molto meno del pane fresco, fuori dalla top 20 con +4,6%. Non in classifica anche l’olio di oliva (+4,2%), il riso (+3,5%), le uova (+3,5%) e il latte, con quello conservato che sale del 3,4% mentre quello fresco intero registra un contenuto +1,4%. Chiude la top 20 lo zucchero con +5,3%.
In testa alla top ten dei prodotti non alimentari, l’Energia elettrica mercato tutelato che vince con un astronomico +103,4% rispetto a febbraio 2020. Al secondo posto il Gas del mercato tutelato, +86,5%. Medaglia di bronzo l’Energia elettrica del mercato libero, dove, prevalendo contratti a prezzo fisso, si registra un incremento più basso del tutelato, +64,9%. Si ricorda che il dato tendenziale del gas del mercato libero non è disponibile, essendo entrato solo quest’anno nel paniere Istat.
Al quarto posto Altri carburanti (Gpl, metano) con +38,7%, poi i Voli intercontinentali, che letteralmente decollano del 27,8%, il Gasolio per riscaldamento (+24,6%), in settima posizione il Gasolio per mezzi di trasporto (+24%), seguito a ruota dalla benzina (+21,9%).
Primo dei beni non energetici, anche se sempre collegato al mondo dei motori, le autoscuole con +16,1%. Chiudono la top ten i Pacchetti vacanza nazionali che salgono del 14,6%.
“I rialzi dei beni energetici hanno fatto decollare i prezzi della verdura, sia per via delle serre che dei costi di trasporto su gomma. La pasta continua a rincarare, ma per ora secondo il trend in salita iniziato a partire dal mese di settembre 2021 è legato al crollo delle importazioni dal Canada (nel 2021 -59,6%). Se ci saranno in futuro speculazioni legate alla guerra in Ucraina, dalla quale non importiamo frumento duro, le denunceremo all’Antitrust. Ricordiamo che Russia e Ucraina hanno per il frumento duro solo il 2,3% dell’export mondiale e quasi inesistente per l’Italia. Per quanto riguarda il pane fresco, invece, cresce del 4,6%, con un incremento mensile dello 0,8%, ma, fino a questo momento, il trend sembra essere legato al rincaro dei beni energetici iniziato a ottobre, mese dal quale il prezzo è iniziato ad aumentare (+1,4% il dato tendenziale di ottobre, +2,5% a novembre, +3,3% a dicembre, +3,8% a gennaio, +4,6% a febbraio). Non per niente il pane confezionato sale più di quello fresco. Se, però, a marzo dovesse registrarsi un’impennata anomala, segnaleremo anche il pane all’Antitrust” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
“Questi dati attestano comunque l’urgenza di dover intervenire per ridurre i costi dei beni energetici, senza i quali l’inflazione scenderebbe dal +5,7% al +2,1%, 2,7 volte in più. E il primo intervento indifferibile del Governo deve essere quello relativo alla benzina e al gasolio, per bloccare le speculazioni in corso. Urge un’immediata diminuzione delle accise di almeno 50 cent” conclude Dona.
Top 20 rincari annui di febbraio 2022 – prodotti alimentari
N | Prodotto | Rincari %annui (a)di febbraio |
1 | Pere | 32,2 |
2 | Radici, bulbi non amidacei, funghi e altri vegetali (finocchi, carote, cipolle, aglio, asparagi, carciofi) | 21,5 |
3 | Altri oli alimentari (diversi da olio di oliva) | 19,1 |
4 | Altri vegetali coltivati per frutti (cetrioli, melanzane, zucchine, piselli, peperoni, fagiolini) | 18,7 |
5 | Pomodori | 15,5 |
6 | Pasta secca, pasta fresca e couscous | 14,6 |
7 | Cavoli | 11,2 |
8 | Burro | 11,1 |
9 | Arance | 10,1 |
9 | Pesche e nettarine | 10,1 |
10 | Frutti di mare freschi o refrigerati | 10 |
11 | Insalata | 9,2 |
12 | Farina e altri cereali | 8,9 |
13 | Altri vegetali a foglia e stelo (cicoria, radicchio, spinaci, bietole, broccoletti, sedani) | 7,5 |
14 | Altri agrumi (mandarini, clementine, limoni, pompelmi) | 7,3 |
15 | Margarina e altri grassi vegetali | 6,7 |
16 | Pane confezionato | 6,3 |
17 | Pesce fresco o refrigerato | 6,2 |
18 | Pollame | 5,9 |
19 | Succhi di frutta e verdura | 5,6 |
20 | Zucchero | 5,3 |
FUORI CLASSIFICA | ||
Pane fresco | 4,6 | |
Olio di oliva | 4,2 | |
Patate | 4,1 | |
Riso | 3,5 | |
Uova | 3,5 | |
Latte conservato | 3,4 |
Fonte: Unione Nazionale Consumatori su dati Istat
Top ten rincari annui di febbraio 2022 – prodotti non alimentari
N | Prodotto | Rincari % annui (a)di febbraio |
1 | Energia elettrica mercato tutelato | 103,4 |
2 | Gas di città e gas naturale mercato tutelato | 86,5 |
3 | Energia elettrica mercato libero | 64,9 |
4 | Altri carburanti (Gpl, metano) | 38,7 |
5 | Voli intercontinentali | 27,8 |
6 | Gasolio per riscaldamento | 24,6 |
7 | Gasolio per mezzi di trasporto | 24 |
8 | Benzina | 21,9 |
9 | Autoscuole | 16,1 |
10 | Pacchetti vacanza – nazionali | 14,6 |
Fonte: Unione Nazionale Consumatori su dati Istat
a) da febbraio 2021 a febbraio 2022
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