18 Aprile 2024, giovedì
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Serie A, Juve e Lazio spareggio Champions

Con l’Inter ormai scudettata, il campionato deve ancora assegnare i posti europei e decidere chi andrà a far (triste) compagnia nella serie cadetta alle già retrocesse Crotone e Parma. Nella 35° giornata il Milan travolge la Juve a domicilio, mettendo i bianconeri in grossa crisi. L’Atalanta passeggia tra le macerie del Parma, la Roma fa lo stesso con il Crotone. Il Napoli, corsaro, ne rifila quattro allo Spezia. Cade la Lazio a Firenze. Il Cagliari, da par suo, vince lo spareggiosalvezza a BeneventoJUVENTUS-MILAN 0-3
La Juventus affonda in casa sotto i colpi di un Milan non irresistibile nel gelo dello Juventus Stadium e scivola fuori dalla zona Champions. A Torino finisce 3-0 per i rossoneri e il futuro europeo dei bianconeri, ora quinti, è quantomai incerto. Il Milan è invece secondo a pari punti con l’Atalanta. I colpi mortali dei milanisti sono state tre pugnalate al cuore per i piani juventini: la prima al 45’, quando Brahim Diaz è riuscito a trovare l’angolino con un chirurgico tiro a giro. Al 78’ Rebic, lasciato colpevolmente solo al limite dell’area, ha infilato la palla all’incrocio dei pali per la rete del 2-0 mentre all’83’ Tomori, su punizione, è volato su Chiellini infilando il 3-0. Un disastro inimmaginabile, per la Juventus che ha avuto il suo attacco con le polveri bagnate per tutta la partita (nel primo tempo la ditta CR7-Morata-Chiesa è stata di una imprecisione imbarazzante). Il Milan ha anche sbagliato un rigore, al 57’: Szczesny ha parato il tiro di Kessie. 

PARMA-ATALANTA 2-5
L’Atalanta travolge in trasferta il Parma, 2-5 il risultato finale.I ragazzi di Gasperini confermano la produzione industriale di reti, 84 in questo campionato. Inizia la goleada della Dea Malinovsky già al 12′, che chiude il primo tempo sullo 0-1. Nella ripresa lo scatto atalantino: al 52′ sigla Pessina su passaggio di Muriel, lo stesso che poi trova la via della terza rete al 77′. Parma accorcia con Brunetta su suggerimento di Busi, il solito Muriel torna in gol all’86’, accorcia il Parma con Sohm e finisce qui la prestazione degli emiliani. Atalanta in gol al secondo minuto di recupero, il quinto della serie e stavolta di Miranchuk.

INTER-SAMPDORIA 5-2
Una grande festa pur se con qualche assembramento di troppo e poche mascherine. D’altronde, con tremila persone in piazza non poteva andare in altra maniera. La festa di una parte del tifo organizzato nerazzurro si è svolta secondo le indicazioni previste negli scorsi giorni: inizio dei festeggiamenti intorno alle 14, ingresso nell’area adiacente al Baretto dopo il controllo di zaini e documenti di identità, ingresso contingentato, poi via ai cori in attesa dell’arrivo della squadra, giunta allo stadio Meazza alle 16.35 per sfidare la Sampdoria. Coro più gettonato: “I campioni dell’Italia siamo noi”, inventato dalla Lazio nel 2000. Poi, insulti ai grandi ex Zlatan Ibrahimovic (rossonero…) e Mauro Icardi e selfie davanti al murale dedicato a Lukaku, grande protagonista della stagione nerazzurra, Dal punto di vista della sicurezza, nulla di sgradevole da segnalare: presente l’ambulanza e le forze dell’ordine, inoltre un elicottero ha costantemente monitorato il regolare svolgimento della manifestazione. La festa vera e propria andrà in scena il prossimo 23 maggio, giorno di Inter-Udinese.

Sul campo goleada nerazzurra andata in rete con Gagliardini (5°), doppietta di Sanchez (26° e 36°), Pinamonti (61°) e Lautaro su rigore al 70°. Per i liguri gol di Keita al 35°

SPEZIA-NAPOLI 1-4

Il Napoli non demorde e, dopo il mezzo passo falso casalingo contro il Cagliari, liquida lo Spezia con un perentorio 4-1. È Osimhen il protagonista del pomeriggio ligure con una doppietta che rischia seriamente di mettere in crisi i padroni di casa. La prima rete partenopea è firmata però da Zielinski. Politano premia la sovrapposizione di Di Lorenzo e il numero 20 tutto solo gira il destro alle spalle di Provedel. È il 15°. Poi, come detto, arriva il momento di Osimhen. Due gol in 21 minuti (al 23° e al 44°). Nella ripresa ritmi blandi con lo Spezia che tenta di rientrare in partita. Ma la montagna partorisce il topolino. La rete della bandiera è realizzata da Piccoli al 64° su respinta del portiere Meret. Il quarto gol del Napoli arriva al 79°. Ancora Osimhen protagonista: scatta sul filo del fuorigioco e serve Lozano che di piatto infila in rete. Il Napoli ora è secondo, in attesa delle gare di domani, a quota 70. Lo Spezia resta fermo a 34 e trema terribilmente.
Nell’altro anticipo pomeridiano della 35° giornata Udinese e Bologna non si fanno del male. Termina 1-1. Al 23° De Paul porta in vantaggio i friulani, all’82° un rigore di Orsolini salva i felsinei. Entrambe le squadre si assestano a 40 punti. Per loro la salvezza è a un passo.FIORENTINA-LAZIO 2-0

La Lazio, a Firenze, ci prova in tutti i modi ma non passa. Davanti a sé trova un Dragowski stile Jašin che blocca e respinge ogni assalto. Un 2-0 pesantissimo in chiave Champions League, Un sabato sera stregato. Biancocelesti subito pericolosi all’11°. Il portiere viola compie un miracolo su Correa. Al 26° Immobile con un tiro a giro di destro colpisce il palo, ma in fuorigioco. Lo stesso bomber viene fermato da Milenkovic al 30°. Al 32°, fulmine a ciel sereno, arriva il vantaggio viola. Biraghi mette al centro per Vlahovic che solo soletto spinge in rete da due passi. Sul finire del primo tempo altro miracolo di Dragowski sempre su Immobile. Nella ripresa, paradossalmente, è la Fiorentina ad avere le occasioni migliori. Prima con un  colpo di testa di Pezzella che sibila a un metro dalla porta, poi con un super intervento di Reina su Vlahovic. Gli ospiti hanno una clamorosa chance con Immobile al minuto 81. Ma alla fine sono i padroni di casa a raddoppiare. All’89° minuto uno stacco perfetto di Vlahovic (e due…) mette fine alle ostilità. La squadra di Inzaghi resta addirittura in 10, nei minuti di recupero per il cartellino rosso sventolato sotto il naso di Pereira al 95°. La Lazio, con questa sconfitta, resta a quota 64 punti, al sesto posto ed è molto lontana dalla zona Champions. Nella prossima gara, mercoledì sera in casa contro il già retrocesso Parma, dovrà fare a meno anche di Leiva (diffidato, verrà squalificato). La Fiorentina andrà a far visita al Cagliari e cercherà i punti per la salvezza matematica.

ROMA-CROTONE 5-0La Roma riparte da una manita: quella rifilata (5-0) in casa  al Crotone ultimo in classifica. Una vittoria che permette alla squadra di Paulo Fonseca di scavalcare il Sassuolo, risalendo dall’ottavo al settimo posto, e mantenendo un punto di vantaggio sugli emiliani. Sui giallorossil’ombra di Mourinho che, da casa, avrà sicuramente visto la partita della sua prossima squadra. 
Il risultato però, ad onor del vero, è un tantino bugiardo perché  non lascia trasparire però i continui tentativi della squadra di Cosmi che, in almeno due occasioni, ha sfiorato il gol nel corso del secondo tempo.Partita spenta in avvio, poi vivacizzata dai padroni di casa con un crescendo di occasioni, fermate a turno dal portiere degli avversari, Cordaz, e dai legni della porta crotonese: la prima frazione si chiude a reti inviolate. Nella ripresa al 47’ Borja Mayoral segna su passaggio di Mkhitaryane comincia il percorso che porterà a chiudere la partita già dal 70′ con una doppietta di Pellegrini, al 70’ e 73’, due reti che gli fanno raggiungere quota 7 gol in campionato, a pari merito con Dzeko. A far calare il sipario è prima Mkhitaryan al 78’, poi (ancora) Mayoral al 90’. BENEVENTO-CAGLIARI 1-3

Una stagione così non la si augura neanche al peggior nemico. I tifosi sardi lo sanno bene. Un anno vissuto pericolosamente con un girone e mezzo scellerato affidandosi al povero Di Francesco e a una rosa che, a ben guardare, tanto forte non è. Una serie impressionante di sconfitte, più mediocrità che sfortuna con il rischio di finire nel baratro per non rialzarsi più. E ancora oggi, a tre giornate dalla fine, essere ancora in bilico. Anche se, diciamolo francamente: la vittoria di oggi pomeriggio contro il Benevento è decisiva. E solo un suicidio potrebbe condannare gli uomini di Semplici. Quattro vittorie nelle ultime cinque partite, dieci punti. Dal 4-3 contro il Parma al 3-1 esterno contro la rivale più diretta, quella che meno di tutti meriterebbe la retrocessione. Ma tant’è. Santo Lykogiannis al primo minuto: sinistro a giro e Montipò battuto. Ma è solo un’illusione: al 16° fesseria di Ceppitelli e Lapadula, solo soletto, buca Cragno con un colpo sotto. Per tutto il primo tempo il Benevento crea, ha diverse potenziali occasioni ma non sfonda. Meriterebbe, forse, qualcosa in più ma la gara è talmente dura che un pari dopo la prima frazione può star bene a tutti.

E fino al 64° la gara viaggia sul filo dei nervi, della tensione. Brutta a dir poco. Ci vuole un’occasione, un lampo. Ci vuole la testa. Quella che usò Cerri contro il Parma, quella che ha Pavoletti. L’ex genoano si ricorda di essere un attaccante e con una capocciata la mette lì, in buca, dopo una splendida azione di Zappa. Quest’ultimo, con quel cognome rock può fare solo cose buone. 2-1 e Cagliari in Paradiso. Poi, la frittata. Se l’aspettavano tutti e puntualmente arriva. Non è buona né all’olfatto, tantomeno al gusto. Viola entra in area e Asamoah lo stende platealmente. Parrebbe rigore, lo è, Doveri non ha dubbi. Poi, chissà perché, perché, chissà per come (nessuno sa perché, perché, chissà per come) l’arbitro torna sui suoi passi. E arriva la… serenata. Rap, rock o come la vogliamo chiamare. Il rigore improvvisamente svanisce e tocca ringraziare il Santo Var (che per il Cagliari stasera avrà più valore del Santo Graal). Vigorito è una furia, a fine partita sfogherà tutta la sua rabbia, di serenate nenache l’ombra. C’è da capirlo. Il Benevento non si arrende fino alla fine, fino al 93°, fino al gol di Joao Pedro che la chiude. Finisce 1-3, il Cagliari ora è l’unico padrone del suo destino. E le coronarie dei suoi tifosi sono state talmente messe a dura prova da non poterne più. Si salverà? Quasi sicuramente sì. E sarà un’impresa. Ma così, no. Mai più. 

Come detto, nel post gara il presidente sannita Oreste Vigorito è esploso. A ragione, per carità, ma forse poteva dire altrettanto in altre circostanze

LE DICHIARAZIONI

“Tutti hanno visto tranne il signor Mazzoleni, mi sono già arrivati messaggi da Napoli. Se vogliamo uccidere una squadra del Sud si manda Mazzoleni, non ho mai detto una parola sull’arbitro, ma se non guardano nemmeno la Var… hanno trovato solo un’altra scusa per le loro caz***te. Noi stiamo perdendo un anno di sacrifici, mentre lui sta col c… sulla panchina a guardare la tv e a cambiare le decisioni. È una vergogna. Non sono un presidente normale, non ho mai detto nulla contro gli arbitri. Questi signori devono uscire dal calcio. Non è uno sfogo, bisognerebbe analizzare le immagini”.

Nel tardo pomeriggio spunta anche un video del direttore sportivo Pasquale Foggia. L’ex calciatore della Lazio, infatti, ha inveito contro l’auto di Mazzoleni invitandolo a riguardarsi le immagini dell’azione e tacciandolo di malafede: “Il leggero contatto lo devi rivedere se hai una coscienza. Qui ci giochiamo la vita e tu hai la coscienza sporca. Sia da arbitro che da VAR, hai sempre avuto la coscienza sporca”.  

HELLAS VERONA-TORINO 1-1Tre punti sfiorati dal Torino in trasferta a Verona ma beffa dell’ultimo istante per i ragazzi di Davide Nicola. Il primo tempo del match si chiude con un nulla di fatto che riflette bene l’equilibrio delle squadre. Il primo gol èper il Torino all’85’, a cura di Vojvoda di testa su assist di Ansaldi. Dura poco la gioia dei granata, raggiunti all’89’ dal Verona con un gran tiro dal limite di Dimarco.Granata ora a 35 punti, insieme al Cagliari

Nel lunch match della 35° giornata il Sassuolo espugna il Ferraris. 2-1 al Genoa con reti di Raspadori al 14° e Berardi al 66°. Gol, inutile, dei padroni di casa, firmato dall’ex romanista Zappacosta all’85°.

PIERLUIGI CANDOTTI

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