Sono in corso i lavori della seconda giornata del tavolo programmatico di iniziativa del presidente della Camera Roberto Fico sulla base del mandato esplorativo da lui ricevuto dal presidente della Repubblica. Il tavolo andrà avanti oltre il previsto, inizialmente era previsto che si concludessero alle 13.
Si è da poco conclusa l’assemblea dei parlamentari di Italia viva con Matteo Renzi. L’incontro si è svolto in videoconferenza, via Zoom. “Non stanno concedendo nulla“: Italia viva è “favorevole a un accordo, ma” gli altri partiti “non accettano nessuna mediazione sui temi grossi e non vogliono neppure mettere nulla per iscritto”, avrebbe detto Matteo Renzi, a quanto si apprende, ai parlamentari di Iv in assemblea parlando della trattativa sul governo. Sulla giustizia, avrebbe aggiunto, “lo zero assoluto”. Finora non è stato fatto nessun passo avanti su nessun contenuto: “fino all’ultimo” proveremo a vedere se c’è una disponibilità a una mediazione. “Renzi dice che su giustizia “siamo allo zero assoluto”. Probabilmente sono stato invitato a un’altra riunione.. Apertura su riforma penitenziaria, modifica prescrizione, intercettazioni… Non sprechiamo questa possibilità!”, scrive su Twitter il vicesegretario del Pd Andrea Orlando, commentando quanto trapela dall’assemblea di Italia viva.
Se dovesse saltare la trattativa tra i partiti di maggioranza sarebbe meglio “ridare la parola agli italiani”, dato che un esecutivo istituzionale o di unità nazionale “è impossibile” perché l’attuale maggioranza e il centrodestra “la pensano all’opposto su tutto”. Lo ha detto il leader della Lega Matteo Salvini intervistato da Sky Tg24. Salvini ha comunque detto di ritenere che “alla fine si metteranno d’accordo”.
“Se non trovano l’accordo, la soluzione più seria ed efficace per avere un governo che dà risposte a imprese e famiglie è quella di ridare la parola agli italiani ed entro aprile ci sarà un Parlamento, quindi un governo che per 5 anni lavoreranno in santa pace. Qualunque governo venga fuori dagli accordi sottobanco di Palazzo non sarà un governo in grado di salvare questo Paese”.
Il lavoro sui contenuti da inserire nel “cronoprogramma” corre parallelo a quello in via ufficiosa sulle caselle della eventuale squadra di governo. Fonti parlamentari ricordano che il Quirinale ha già definito un perimetro, alle consultazioni dei giorni scorsi, spiegando ai suoi interlocutori che avrebbe vigilato per cercare continuità d’azione per i ministeri chiave. Che sono quelli che si occupano più direttamente della crisi sanitaria e della gestione del Recovery plan. Una vigilanza che rientra nei poteri del presidente della Repubblica. E che vale anche per l’eventuale formazione di un nuovo esecutivo. I nomi dei ministri non rientrano però nella trattativa ufficiale, e anzi tutti si affrettano a smentire di starci lavorando. Intanto il segretario del Pd Nicola Zingaretti puntella il titolare del Tesoro Gualtieri, che una ridda di voci dà in bilico, oltre che il premier: sono punti fermi, dice. Secondo i pronostici di Renzi “alla fine di questa settimana avremo il nuovo Governo” e dovrà essere composto “da persone capaci e meritevoli”.
Ed è lì a Montecitorio che però emergono ancora una volta i distinguo sulle cose da fare. A poche settimane dalla fine del blocco dei licenziamenti, il partito democratico chiede un piano per l’occupazione femminile, la parità salariale, politiche attive del lavoro con tanto di riforma degli ammortizzatori sociali. La revisione del sostegno a chi perde il lavoro è anche una delle priorità dei 5S, che però non mancano di mettere in cima all’agenda l’introduzione del salario minimo e soprattutto il completamento del reddito di cittadinanza. E poi c’è il Mes: il partito di Renzi – dice al tavolo – di volerlo, almeno in parte. Ma il Movimento, che deve gestire forti tensioni interne, non molla: aprire a una trattativa su questo non si può, il no è netto. Poi c’è anche la giustizia: Iv – che Renzi tornerà a riunire all’ora di pranzo – vuole un cambio di passo, nel mirino l’impostazione del Guardasgilli e capodelegazione al governo per i 5S Bonafede. E intanto ha ripresentato alla Camera il lodo Annibali, un emendamento che sospende per un anno la riforma sulla prescrizione. Ma non solo. Il partito guidato da Matteo Renzi vorrebbe che tutto fosse messo per iscritto mentre gli alleati sono più cauti. Sono gli Europeisti a parlare e dicono che non c’è da aspettarsi alcun documento, quello che sono tutti chiamati a fare è “verificare” l’accordo sul nome da portare al Colle. Che per loro, come per Pd, M5S e Leu è Conte. Ma sul quale Iv non si è ancora esposta.