26 Aprile 2024, venerdì
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Natale nel mondo: le tradizioni più curiose

In ogni Paese del mondo alle comuni rappresentazioni religiose, che iniziano con l’Avvento e terminano con l’Epifania e sono simboleggiate dal presepe, dalle luci e dall’albero di Natale, si intrecciano spesso le tradizioni più curiose e strane legate al folclore locale.

La Provenza, che comincia a festeggiare il 4 dicembre, ha un curioso rito propiziatorio associato a santa Barbara, patrona dei minatori: la tradizione vuole che vengano seminati chicchi di grano e alcune lenticchie in un piatto ricoperto di muschio da annaffiare ogni giorno fino a Natale. Il 6 dicembre, giorno di san Nicola, nei Paesi di lingua tedesca e del centro Europa si festeggia il santo protettore dei bambini che è in competizione con il cattivo Krampus, un diavolo dalla spaventosa maschera in legno, arricchita di nastri e campanacci, che distribuisce carbone e sferza i passanti con fruste di rami. Nei Paesi scandinavi la Riforma luterana e la proibizione del culto dei santi fece subentrare a san Nicola la figura di una giovane donna vestita di bianco con una corona di candele posta sul capo, poi identificata con santa Lucia e festeggiata in modo unico e spettacolare il 13 dicembre. In Repubblica Ceca, invece, le donne non sposate tirano di spalle una scarpa verso la porta di casa e, se la punta è diretta verso l’uscio, significa che si sposeranno presto. Nei paesi dell’Est, in particolare in Bulgaria, al termine della cena si lascia il cibo sulla tavola sino all’indomani come offerta per gli spiriti dei defunti. Secondo la tradizione norvegese, invece, la notte della vigilia si nascondono tutte le scope per evitare che streghe e spiritelli le rubino e volino via.
    Il giorno di Natale in Portogallo e in Spagna, soprattutto in Catalogna, si brucia il caganer, un piccolo tronco di legno cavo che è stato dipinto e nascosto per tutto il mese di dicembre fino alla notte della vigilia, quando i bambini lo colpiscono e cantano una canzone per vedere i regali uscire fuori dal tronchetto. In Russia, dove la Natività si festeggia il 7 gennaio secondo l’antico calendario giuliano, al posto del tradizionale Babbo Natale arriva Nonno gelo, Ded Moroz, vestito con un lungo abito blu o bianco e accompagnato dalla fanciulla della Neve; la notte di Natale i ragazzi vestono pellicce di montone rovesciate, si anneriscono il viso e vanno di casa in casa cantando inni natalizi e chiedendo in cambio dolci e regali. In Danimarca e in Norvegia, invece, il compito di portare i regali spetta ai folletti dispettosi Nisser che indossano pantaloni grigi, zoccoli in legno e un cappello a punta e che adorano fare scherzi; per ingraziarseli i bambini lasciano una tazza di porridge come offerta. Quest’anno probabilmente lasceranno anche mascherine e gel disinfettante.
    In Asia il periodo delle feste natalizie è ormai stato contaminato dalle usanze occidentali, ma è bene sapere, per esempio, che in Giappone il colore rosso simboleggia la morte ed è vietatissimo: è impossibile trovare, infatti, i tradizionali Babbo Natale con il vestito rosso e la barba bianca. In Messico a mezzanotte, dopo la messa, i bambini rompono con i bastoni le pifiatas, pentole in coccio decorate dove sono conservati dolci e frutti di stagione.

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