26 Aprile 2024, venerdì
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Lockdown fino al 3 maggio. CSS: ”è essenziale rispettare le misure nei giorni di festa”

Sia la la pressione degli industriali al Nord e sia il miglioramento dei dati sull’emergenza coronavirus in Italia non sono bastati a convincere il premier Conte. E’ bene si il lockdown ci sarà fino al 3 maggio nel frattempo per stanno valutando la possibilità di aprire le attività essenziali.

L’annuncio verrà fatto nelle prossime ore, quindi verranno annunciate sia un nuovo provvedimento tutte le misure di contenimento e sia le limitazioni agli spostamenti per altri 20 giorni. Non è tutto in questo weekend, verranno rinforzati i controlli per Pasqua, chiedendo quindi alle forze di polizia una particolare attenzione per evitare che gli italiani si riversino nelle seconde case.

‘’Al momento non siamo nelle condizioni di riaprire le attività produttive perché rischieremmo di far risalire la curva dei contagi e di vanificare i risultati ottenuti’’, ha spiegato il premier durante la videoconferenza con le Regioni, Anci e Upi sottolineando che l’apertura completa avverrà a fine aprile visto che ci sono i ponti del 25 aprile e il 1 maggio. 

Quindi in questi giorni sia il Comitato tecnico-scientifico sia il Viminale avevano indicato che è poteva verificarsi un rischio “esodo” nel caso in cui si fossero concesse delle aperture ma non solo anche una seconda ondata di contagi. La cautela è d’obbligo ed “è essenziale rispettare le misure a Pasqua e Pasquetta”, ha osservato il presidente del Consiglio Superiore di Sanità (Css), Franco Locatelli, per il quale “tutto quello che riguarderà la riaccensione delle attività produttive non essenziali andrà fatto con molta cautela per evitare una seconda ondata” dell’epidemia. “Abbiamo le idee chiare: dobbiamo mettere in sicurezza la salute degli italiani“, ha riferito il ministro delle Autonomie, Francesco Boccia.

In questa settimana le terapie intensive hanno un numero ridotto di numeri si basti pensare che sono 99 pazienti in meno rispetto a mercoledì mentre i ricoveri negli ospedali mantengono il segno meno ormai da 5 giorni. Oggi sono 28.399 le persone ricoverate, 86 in meno rispetto a mercoledì su un totale di 96.877 malati. Significa che il sistema sanitario si sta alleggerendo, soprattutto in Lombardia, la regione più martoriata che ha il triste primato di oltre 10mila morti e un terzo dei malati in terapia intensiva.

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