26 Aprile 2024, venerdì
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”Italiano Sassicaia”, e uno dei migliori vini al mondo

Tra i migliori vini al mondo c’è di nuovo il capolavoro Italiano Sassicaia

Hai mai aperto una bottiglia di Sassicaia?

Disarmante come ogni volta sia come una forte emozione, con lo stesso stupore che si prova nello scartare il regalo prezioso, avvolto nella tipica carta velina blu elettrico. Lo stesso colore acceso che trovi anche sulla capsula e sullo sfondo dietro la rosa dei venti, lo stemma dei Marchesi Incisa della Rocchetta.

Si prova un brivido nell’avere tra le mani un Sassicaia.

È stato il primo vino italiano a ricevere 100 centesimi da Robert Parker (grazie al 1985) e tuttora è l’unico a godere di una denominazione a parte per un singolo vigneto di proprietà. Infine, annata dopo annata sta abbattendo letteralmente i record di complessità e struttura, quelli che fino a 50 anni fa sembravano impensabili per un vino italiano in generale.

È solo grazie alla determinazione visionaria di Mario Incisa della Rocchetta che Sua Maestà il Cabernet ha trovato fra le colline rocciose della Tenuta San Guido un terreno perfetto, molto simile a quello bordolese di Graves (che ha la stessa radice di gravier, cioè ghiaia in francese).

una di quelle storie cariche di passato ma costantemente proiettate nel presente e nel futuro: la protagonista degli investimenti dei collezionisti ed appassionati di vini mondiali infatti è la nuova annata 2017, che si preannuncia già un trionfo di austerità e compattezza paragonabile al sorso della 2016, una delle più grandi best seller, e della 2015, per molti anni imbattuta a livello di persistenza, di profondità del finale.

La sperimentazione degli Incisa della Rocchetta però non si è seduta sugli allori del Sassicaia. Partendo dalla base imprescindibile del Cabernet Sauvignon, Tenuta San Guido firma altri due grandi nomi, seppur fratelli minori del Sassicaia in tutto e per tutto: il Guidalberto, assemblaggio con un morbido Merlot; e Le Difese, che sfrutta un più umile ma ricchissimo Sangiovese.

Ma la sperimentazione, non si fa senza l’esperienza. Solo con il tempo, l’assemblaggio di Cabernet Franc e Sauvignon affinato per 2 anni in rovere francese può raggiungere il Nirvana delle papille gustative. Ecco perché le annate 2005 (ancora meglio se in versione Magnum), 2006 Magnum e 2003 sono tanto rare quanto ambite: puoi solo immaginare il cortocircuito di emozioni che può provocare un solo calice, a partire dal colore rosso granato carico.

Perché Sassicaia in fin dei conti è solo un nome, ciò che conta è sempre e solo il vino.

  • Investimento economico consigliato vino Sassicaia 2017 –

Di Cesare Cilvini

Massimo Greco

Gaetano Miranda

Sponsorizzato

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