26 Aprile 2024, venerdì
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Procedura di infrazione per debito eccessivo: come funziona, cosa rischia l’Italia

“La nostra analisi di oggi – rapporto 126.3 – suggerisce che il criterio del debito deve essere considerato non rispettato. Concludiamo che l’apertura di una procedura per deficit eccessivo basata sul debito è quindi giustificata”. Le parole contenute nella valutazione della Commissione europea sulla legge di bilancio italiana costituiscono il presupposto regolamentare e la giustificazione politica ed economica, per consentire l’uso di uno strumento, la procedura d’infrazione, che costringa, in questo caso, l’Italia a rivedere le sue politiche per la riduzione del debito. Tante procedure d’infrazione sono state aperte, nessuna sul debito, in questo senso questa è una prima volta, un inedito e un’incognita insieme.Risultati immagini per giovanni tria

Procedura lunga, effetti immediati. “Lentamente ma sistematicamente”, secondo le parole del commissario Moscovici, l’Ue si appresta a impugnare quest’arma di pressione, chiamata anche ricorso per inadempimento, che in fondo a un processo lungo prevede la sanzione per gli Stati membri che violano gli obblighi prescritti dal diritto comunitario. Procedura lunga ma effetti immediati sull’economia: mercati, operatori finanziari, famiglie non potranno che essere prudenti, lo spread misurerebbe non la condizione migliore per l’espansione dell’economia auspicata dalle previsioni del governo. Nel caso italiano la violazione riguarda il debito “eccessivo”, la procedura d’infrazione avrebbe come oggetto il mancato impegno ad abbassarne il peso.

Il “delitto” della manovra formata dal ministro Giovanni Tria è il debito eccessivo, l’arma del delitto il ricorso a un deficit esagerato nel 2018, ricorso ingiustificato che mina il percorso di progressiva riduzione del debito, che disattende le raccomandazioni della Ue e straccia gli impegni presi dai precedenti governi.

Cosa succede ora? Il 22 gennaio, se l’Italia persiste nel rifiutare aggiustamenti alla manovra, l’Ecofin (il braccio economico-finanziario del Consiglio d’Europa) ratificherà le raccomandazioni all’Italia avviando di fatto la procedura d’infrazione. Al Governo italiano verrebbe subito imposta una cauzione dello 0,2% del PIL, circa 3,5 miliardi. La Commissione chiederebbe un duro percorso di rientro dal debito obbligando il governo a una manovra lacrime e sangue.

E’ quello che l’ex premier Mario Monti chiama un “corsetto piuttosto rigido” per diversi anni. Se il Governo non riuscisse ad adempiere ai suoi obblighi finanziari, si attiverebbero le sanzioni vere e proprie, variabili tra lo 0,2 e lo 0,5% del PIL, cioè tra i i 3,5 e gli 8,5 miliardi.

Un disastro per i fondi al Sud d’Italia. In più, e questa è la cosa che dovrebbe preoccupare maggiormente tenendo conto dello storico divario nord/sud, verrebbero sospesi tutti i fondi strutturali (comunitari o misti) destinati alle Regioni in via di sviluppo. Un disastro per il meridione italiano, 80 miliardi di euro secondo le stime Svimez nel periodo 2021-2027 (quasi 40 in arrivo da Bruxelles, il resto grazie al cofinanziamento statale).

a cura di Gennaro Sannino

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