19 Aprile 2024, venerdì
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L’Europa aggira le sanzioni di Trump sull’Iran

L’Europa prende le distanze da Donald Trump nei rapporti con l’Iran. Lo scorso maggio Washington aveva annunciato il ritiro “unilaterale” dallo storico accordo sul nucleare iraniano siglato nell’estate 2015, che a novembre vedrà un secondo round di sanzioni. L’Ue rimane invece impegnata nell’accordo sul nucleare iraniano e lavora per creare canali speciali canali di pagamento in modo che Teheran possa continuare ad esportare il petrolio. Lo afferma l’Alto Commissario per gli affari Esteri dell’Ue, Federica Mogherini, al termine di una riunione a margine dell’Assemblea Generale Onu.

In una dichiarazione congiunta dei 5+1 letta da Mogherini all’Onu, si afferma che, “consapevoli dell’urgenza e della necessità di risultati tangibili, i partecipanti all’intesa hanno accolto con favore proposte pratiche per mantenere e sviluppare canali di pagamento, in particolare l’iniziativa di istituire uno Special Purpose Vehicle per facilitare i pagamenti relativi alle esportazioni dell’Iran (compreso il petrolio) e alle importazioni, che assisterà e rassicurerà gli operatori economici che perseguono affari legittimi con Teheran”. Inoltre, “riconfermano il loro impegno per la piena attuazione dell’accordo”, sottolineando che l’Iran ha “continuato ad attuare pienamente i suoi obblighi”. E sono “determinati a proteggere la libertà dei loro operatori economici di perseguire legami commerciali legittimi con l’Iran”.

Mogherini ha incontrato il ministro degli Esteri iraniano Zarif a margine dell’Assemblea generale dell’Onu, che prende il via oggi nella sua 73° sessione. Ci sarà anche il presidente iraniano Hassan Rouhani, che ha escluso di voler incontrare Donald Trump a margine dei lavori e accusa Washington di aver voluto creare un clima ostile. “Ovviamente se qualcuno è interessato ad avere un incontro e un dialogo per migliorare la relazione non usa lo strumento delle sanzioni per minacciare, ricorrendo a tutto il suo potere contro un’altra nazione e un altro governo”, ha detto Rouhani alla Nbc. “Questo significa che è assente la forza di volontà necessaria a risolvere importanti questioni”. L’Iran sarà uno dei temi al centro dell’incontro previsto a New York fra Donald Trump ed Emmanuel Macron.

Uno degli effetti dell’escalation nello scontro fra Usa e Iran si registra sul prezzo del petrolio. Opec e Russia ignorano il pressing di Donald Trump e il prezzo del greggio schizza ai massimi da quattro anni. Le quotazioni del Brent hanno sfiorato gli 81 dollari al barile (a 80,94) per la prima volta da novembre del 2014 e il greggio Wti viaggia sopra i 72 dollari, ma ora i principali operatori di trading petrolifero vedono assai probabile un ritorno a quota 100 dollari. Al vertice in Algeria, l’Opec e i suoi alleati hanno fatto capire di non avere alcuna intenzione di prendere ordini dal presidente degli Usa e hanno snobbato la sua richiesta di aumentare la produzione per compensare l’effetto delle nuove sanzioni imposte all’Iran. Le restrizioni scatteranno il 4 novembre e la scorsa settimana Trump aveva inviato un tweet dai toni minacciosi ai maggiori produttori di greggio chiedendo di intervenire in modo da scongiurare un’impennata dei prezzi.

a cura di Giuseppe Cascella

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