29 Marzo 2024, venerdì
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Mobilità obbligatoria per i dipendenti pubblici entro 100 km

Mobilità obbligatoria per dipendenti pubblici nell’arco di 100 chilometri: entro 50 lo spostamento sarà considerato all’interno di «una stessa unità produttiva», fino a 100 bisognerà motivare il trasferimento con specifiche esigenze organizzative. E saranno dimezzati i permessi sindacali, giacché a decorrere dal 1° agosto 201, insieme a distacchi e aspettative, subiranno un taglio «del 50% per ciascuna associazione» di rappresentanza. È quanto si legge nella bozza della riforma della pubblica amministrazione, che il governo di Matteo Renzi dovrebbe esaminare nel Consiglio dei ministri di domani, contenuta nel decreto «omnibus» che include anche norme anti-corruzione. Nel testo si mette la parola fine al trattenimento in servizio di dipendenti che hanno già raggiunto l’età pensionabile, poiché dal 31 ottobre non sarà più possibile continuare a lavorare, fatti salvi gli accordi in essere «fino al 31 ottobre 2014 o fino alla loro scadenza se prevista in data anteriore»; al contrario, quelli per il mantenimento del posto «non ancora efficaci alla data di entrata in vigore» del provvedimento saranno «revocati». Quanto, poi, agli impiegati «in disponibilità» (ovvero posti in mobilità a seguito di rilevazioni di eccedenze) si stabilisce che potranno presentare richiesta di ricollocazione «in via subordinata, in una qualifica, o in posizione economica inferiore», scegliendo, di fatto, il demansionamento, in mancanza di altre migliori occasioni; in caso, poi, di esuberi e in assenza di criteri e modalità condivise con i sindacati, l’amministrazione potrà procedere alla «risoluzione unilaterale, senza possibilità di sostituzione, del rapporto di lavoro di coloro che entro il biennio successivo maturano il diritto all’accesso» alla pensione.

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