24 Aprile 2024, mercoledì
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Il duello Renzi-Grillo è figlio del complotto Ue ai danni di B.

Il duello all’Ok corral fra Matteo Renzi e Beppe Grillo è figlio di quel complotto che nel 2011 depose Silvio Berlusconi dal governo aprendo la stagione dei tecnici e dei governi del presidente Giorgio Napolitano (che ha nell’esecutivo di Renzi l’ultimo esempio). Un passaggio storico che salvò l’euro, i conti e (forse) il destino dell’Italia, ma finì per alimentare l’antieuropeismo radicale e i movimenti anti-sistema che oggi hanno nell’ex comico il proprio emblema. La conferma che ormai in Italia la sfida per la sopravvivenza politica è fra l’ex comico blogger e l’ex sindaco di Firenze, si è avuta ancora ieri sull’Expò: con Renzi, che in merito agli scandali vuol fermare i ladri e non la manifestazione («Lo Stato è più forte dei ladri»), mentre Grillo vuol chiudere tutto «per fermare la rapina» perché di questo si tratta e niente altro. Berlusconi è fuori dal dibattito. La conferma alla teoria del complotto su Berlusconi, invece, viene ancora una volta dagli Usa. Dopo le rivelazioni di Alan Friedman nei mesi scorsi, ieri sulla Stampa le parole dell’ex ministro del Tesoro statunitense Timoty Geithner hanno inteso provare le pressioni dei vertici Ue sul governo Berlusconi nel 2011. Nell’intervista, infatti, Geithner sostiene che nell’autunno 2011 alcuni «officials», ovvero alti funzionari europei lo contattarono per convincerlo a fare pressione sull’Fmi affinché questo rifiutasse i prestiti all’Italia. «Un golpe», hanno gridato in coro per tutto il giorno gli esponenti di Forza Italia svolgendo interpellanze e richiedendo commissioni di inchiesta, mentre non meglio specificate fonti qualificate europee contattate dalle agenzie hanno sottolineato che si trattò di un’operazione necessaria per salvare l’euro. Naturalmente le stesse fonti negano la teoria del complotto ai danni di Berlusconi da parte del presidente della commissione Josè Manuel Barroso e il presidente del Consiglio europeo Hermann Van Rompuy. «Io devo dire che Barack Obama si comportò bene durante tutto il G20», ha affermato a tal proposito lo stesso Berlusconi. «Noi fummo chiamati da Angela Merkel e Nicholas Sarkozy a due riunioni in due giorni consecutivi e in queste riunioni si tentò di farmi accettare un intervento dal Fondo Monetario Internazionale». «Io», continua il Cavaliere che si è detto per nulla sorpreso dalle rivelazionid Geithner, «garantii che i nostri conti erano in ordine e non avevamo nessun bisogno di aiuti dall’esterno e rifiutai di accedere a questa offerta, che avrebbe significato colonizzare l’Italia come è stata colonizzata la Grecia, con la Troika». In serata al Tg5 l’ex presidente del consiglio è tornato sull’argomento: «È la conferma di ciò che ho sempre sostenuto, ovvero che c’è stata la precisa volontà di togliere di mezzo un presidente del consiglio democraticamente eletto. Nel 2011 c’è stato un attacco non solo a Berlusconi ma alla sovranità, all’autonomia e agli interessi dell’Italia». L’argomento è scottante. Tanto che il ministro degli Esteri Federica Mogherini ha provato a a relegarlo al passato: «Non ci torno». Sulla vicenda si è registrato anche il parere dell’ex leader Pdl Gianfranco Fini: «Il nostro governo era giudicato, anche in sede internazionale, incapace di salvarci dalla bancarotta ed era diffuso l’auspicio di un nuovo esecutivo».

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