26 Aprile 2024, venerdì
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Commercialisti e fisco, lo sciopero può aspettare

Lo sciopero dei commercialisti può aspettare. Almeno per la Commissione di garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali. A oltre quattro mesi dalla presentazione del Codice di autoregolamentazione del diritto di astensione al lavoro, dall’Authority che avrebbe dovuto valutarne l’idoneità, tutto tace. E dell’approvazione del testo predisposto dal coordinamento dei sette sindacati (Adc, Aidc, Anc, Andoc, Unagraco, Ungdcec, Unico), in rappresentanza dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, non vi è traccia. Dimenticato dietro la motivazione del necessario confronto (ci sono state diverse audizioni) con le parti interessate. 
L’idea di un’azione di protesta partì ufficialmente a fine 2013 quando, in occasione del «Pacchetto professioni» a Pisa, il coordinamento delle sette sigle sindacali votò una risoluzione per incrociare le braccia e protestare contro una sempre più frequente schizofrenia legislativa che porta gli adempimenti fiscali a cambiare in continuazione. A danno, tra le altre cose proprio dei commercialisti. Poco dopo, nel gennaio 2014, quindi le rappresentanze sindacali inviarono alla Commissione il codice di autoregolamentazione interno per avere il via libera definitivo. Nessuna protesta, infatti, può essere organizzata se non dopo l’approvazione del documento da parte dell’autorità vigilante.

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