26 Aprile 2024, venerdì
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Cna: l’Italia è più povera e violenta. Ma anche, inutilmente, più istruita

Più povera. Più violenta. E, inutilmente, più istruita. 
E’ l’immagine dell’Italia dopo sei anni di crisi economica, politica e sociale nella fotografia scattata dal centro studi della Cna, secondo cui le persone a rischio povertà ed esclusione sociale ormai sono oltre 18 milioni, quasi 3 milioni in più del 2007, e rappresentano il 14,8% di tutti gli europei emarginati economicamente. 
Peggio dell’Italia nell’Unione europea, sottolinea la Cna, solo la Grecia e sette paesi ex-comunisti. Dal 2007 la percentuale di italiani che non possono sostenere una spesa imprevista, pagare le bollette, riscaldare la casa, nutrirsi come si deve è schizzata dal 6,8 al 14,5%. Nel Vecchio Continente il disagio è cresciuto di più solo in Grecia. “Colpa della crisi, è vero. Ma negli stessi anni in Germania il numero di tedeschi emarginati è diminuito. Anche la crisi, evidentemente, non è uguale per tutti in Europa”, sostiene la Cna. 
Tra il 2007 e il 2012 il nostro paese è diventato anche più insicuro. In questi anni, informa il centro studi della Cna, i reati sono cresciuti dell’8,7%. In forte aumento risultano soprattutto i reati contro il patrimonio, che principalmente possono essere ricondotti alla caduta delle attività economiche: i furti sono saliti del 32,5%, le truffe e le frodi informatiche del 21,8%. 
Inoltre, secondo la Cna, la crisi spinge le famiglie a guardare sempre di meno alla qualità e la criminalità, anche internazionale, ne approfitta. Si spiega così la crescita esponenziale dei reati di contraffazione di marchi e prodotti industriali, più che quadruplicata. 
Eppure, tra il 2007 e il 2013 si è incrementato il grado di istruzione della popolazione. Sono aumentati del 23,9% i laureati e dell’11,9% i diplomati. Così da portare al 47,4% degli italiani i possessori di un diploma o di una laurea. Ma l’istruzione non ha garantito una occupazione, anzi. Se, infatti, prima della crisi il diploma assicurava un inserimento sul mercato del lavoro simile, in pratica, a quello della laurea, oggi la probabilità di disoccupazione di un diplomato è prossima a quanti posseggono solo la licenza media. Si spiega anche con questi numeri, sottolinea l’indagine del centro studi della Cna, l’esplosione del fenomeno Neet, i giovani tra i 15 e i 34 anni che non lavorano, non studiano, non svolgono attività di formazione, saliti in sette anni di oltre 750 mila unità, arrivando a quasi 3,6 milioni. Il 27,3% dei Neet sono diplomati (erano il 17% nel 2007), il 21,7% laureati, contro il 15,9 per cento all’inizio della crisi.

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