25 Aprile 2024, giovedì
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Il Job Act del CoLAP

FORMAZIONE:

OBIETTIVO: supportare la formazione del professionista come strumento di tutela dell’utenza ma anche di mantenimento dell’occupabilità
PROPOSTA: aprire accesso ai fondi interprofessionali e ripensare il sistema della formazione finanziata
MOTIVAZIONE e APPLICABILITA’: attualmente i professionisti associativi sia essi liberi (afferenti alla gestione separata dell’INPS), che imprenditori, che soci di società o di cooperative non hanno diritto ad accedere ai fondi interprofessionali per finanziare la loro formazione. Occorre allargare l’acceso a tali fondi anche ai professionisti e non solo ai loro dipendenti, sia destinando lo 0,30 anche per chi non è dipendente sia trovando soluzioni alternative come hanno fatto altri fondi per finanziare la formazione di lavoratori esentati dallo 0,30. Questo provvedimento includerebbe anche i co co pro che oggi solo marginalmente possono accedere a tale diritto e che sono invece sempre più esposti all’obsolescenza delle competenze

FORMAZIONE E POLITICHE ATTIVE:

OBIETTIVO: orientare e formare nuovi professionisti alle professioni associative, per creare nuovi opportunità occupazionali
PROPOSTA: rivedere i sistemi di formazione delle Regioni nella definizione dei profili professionali per aprire assi di orientamento e formazione anche alle professioni associative fino ad oggi fuori da ogni logica di riplacement, di investimento, di creazione di nuovi posti di lavoro.
MOTIVAZIONE e APPLICABILITA’: promuovere percorsi formativi finalizzati alla formazione di nuovi professionisti (alle professioni associative ). Soprattutto progetti per la occupabilità giovanile e femminile (i tassi di femminilizzazione in alcune delle nostre associazioni sono altissimi, arrivano anche al 70%), avviare processi strutturati di accompagnamento alla libera professione prendendo esempio anche da progetti relativi alla autoimprenditoria.
Si potrebbero avviare i percorsi di orientamento, formazione e tirocinio coinvolgendo per la progettazione e il tirocinio direttamente le associazioni e gli studi professionali e le società afferenti; studi professionali e società professionali restano spesso fuori dai circuiti di stage e tirocinio tradizionali!
Sarebbe importante avviare anche all’interno dei percorsi di formazione obbligatori legati alla Cassa integrazione in deroga percorsi professionalizzanti finalizzati alla libera impresa o comunque alle professioni associative (alte professionalità).

PREVIDENZA: revisione della GESTIONE SEPARATA INPS e facilitazioni per neo ingressi

OBIETTIVO: rivedere il sistema contributivo dei professionisti a partita iva afferenti la gestione separata dell’INPS
PROPOSTA: formulare una proposta di revisione della gestione separata inps almeno per i professionisti a partita iva esclusiva. Proporre sistemi agevolati di contribuzioni per i giovani e le donne che entrano nella gestione.
METODOLOGIA E APPLICABILITA’: la legge di stabilità ha bloccato l’innalzamento contributi della gestione separata dell’INPS per i professionisti a partita iva esclusiva (fermando la legge Fornero che prevede un innalzamento della stessa fino al 33% nel 2018); ma questo blocco non è sufficiente ( a dicembre 2014 ci ritroveremo a discutere dello stesso problema) occorre procedere con una riforma strutturale della Gestione Separata INPS. L’atto di iniquità sociale a cui sono sottoposti i nostri professionisti (che oggi pagano nonostante il blocco ben il 27% contro il 7-14% delle casse previdenziali)è insostenibile e investe completamente i principi di sviluppo della libera concorrenza; provoca sommerso, scoraggia gli investimenti e la scelta professionale. La gestione separata pur essendo l’unica cassa in attivo ( gli attuali contributi sono maggiori delle prestazioni erogate, essendo una cassa molto giovane ’96)sta perdendo non solo numero di contribuenti, ma anche capitali versati. Molti professionisti mistificando parte della loro condizione tentano di entrare nella cassa commercianti o di trovare altri escamotage; l’escamotage non è per noi né una proposta tantomeno una soluzione.
La nostra proposta sarebbe quella di far uscire i professionisti a partita iva esclusiva e creare una cassa ad hoc, o liberalizzare loro l’accesso alle casse previdenziali degli ordini professionali.
Comprendendo le ostilità riscontrate dalla direzione dell’INPS in tal senso si potrebbe procedere equiparando il contributo previdenziale e le prestazioni a quello del commercio.
L’abbassamento dell’aliquota contributiva permetterebbe di recuperare molto sommerso e di incentivare l’apertura di nuove partite iva e di nuove professionalizzazioni.

Proprio come avviene nelle casse di Previdenza i neo iscritti hanno delle facilitazioni contributive(esempi:inarcassa, cassa degli psicologi) molto rilevanti nei primi anni di attività, tali riduzioni di contributi possono incidere enormemente sulle proprie capacità di fare reddito e investimento e incentivare l’avvio della professione.

MATERNITA’ E PATERNITA’

OBIETTIVO: allargare il diritto alla “partecipazione alla famiglia” alle donne e ai lavoratori atipici, liberi e imprenditori
PROPOSTA: rendere flessibile il periodo di congedo e non fissarlo obbligatoriamente ad 1/ 2 mesi prima del parto e 3/ 4 mesi dopo. Allargamento del congedo (in forma ridotta e solo post nascita) ai Padri.
MOTIVAZIONE E APPLICABILITA’: la flessibilità del congedo per maternità va incontro alle richieste di flessibilità della lavoratrice che potrebbe avere diverse esigenze conciliative rispetto al lavoro tipico e dipendente e soprattutto non la costringe ad interrompere una continuità lavorativa che potrebbe essere legata al periodo e pertanto posticiparla vorrebbe dire perdere il lavoro.
Nei lavori flessibili è esclusa la partecipazione del padre al congedo e quindi al tempo dedicato alla crescita del figlio tutto il lavoro familiare grava sulla moglie e solo a lei viene offerta la sospensione dell’attività.
Pertanto anche all’uomo padre potrebbe essere offerta la sospensione professionale retribuita per un periodo massimo di 2 mesi.
La proposta potrebbe poi allargarsi e riguardare un prolungamento del periodo di sospensione della coppia (come avviene nei paesi nordici)se almeno il 30 % della sospensione gravi sull’uomo.
(per esempio il congedo post parto può arrivare a 7 mesi se il padre ne usufruisce di almeno 2).

AGEVOLAZIONI FISCALI E FINANZIARIE PER I NUOVI INGRESSI

OBIETTIVO: incentivare il lavoro autonomo e la piccola imprenditoria
PROPOSTA: proporre agevolazioni fiscali anche attraverso posticipazione dei pagamenti tributi (agevolazioni finanziarie) per soggetti che accedono alla nuova libera professione e alla piccola imprenditoria.
MOTIVAZIONE E APPLICABILITA’: le agevolazioni fiscali sono spesso legate all’età; provvedimento che per certi ambiti occupazionali non sempre è da considerarsi vantaggioso; infatti oggi a seguito di riplacement, di spin off, di mobilità e di precarizzazione del lavoro il lavoro autonomo o la piccola imprenditoria diviene un progetto nella seconda parte lavorativa di un professionista normalmente tra i 35/35 anni. Pertanto il vincolo di agevolazione dovrebbe essere legato al fatto di trovarsi alla prima esperienza. Ovvero le agevolazioni fiscali dovrebbero essere previste per soggetti che si affacciano con progetti nuovi alla libera professione e/o alla piccolo imprenditoria o auto imprenditoria.
La questione dei pagamenti dei tributi è una nota dolente per il professionista, perché spesso (soprattutto se lavora per la PA o per le grandi imprese)si trova a pagare le tasse su redditi ancora non percepiti e l’anticipazione finanziaria diventa insostenibile, quindi si chiede la dilazione del pagamento del fisco fino a fattura incassata.

STRUMENTI ANTI CRISI: Nuovo approccio agli ammortizzatori sociali

OBIETTIVO: trovare strumenti a sostegno del professionista in situazioni di crisi.
PROPOSTA: accantonare un fondo (simile a quello della cassa integrazione ordinaria/straordinaria) al fine di retribuire percentualmente i liberi professionisti in crisi (come CIGO/S) attraverso l’approvazione di piano di sviluppo, ripresa, conversione.
METODOLOGIA E APPLICABILITA’: il professionista non chiede l’accesso alla cassa integrazione o alla mobilità ma supporto a progetti di sviluppo, ripresa e conversione che in tempo di crisi non riesce a finanziarsi da solo. Parte degli altissimi contributi che versa potrebbero essere accantonati (come avviene per i dipendenti che si finanziano la cigo)per fare un fondo che supporti il professionista in caso di difficoltà e che finanzi piccoli progetti di ripresa, senza gravare nelle economie del paese.
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