27 Aprile 2024, sabato
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A rischio 32 miliardi di fondi strutturali. Il governo deve rifare la programmazione

Non bastava l’impresa di centrare gli obiettivi di risparmio della Spending review. Ora c’è la patata bollente dei fondi strutturali europei. Un pacchetto di 32 miliardi di euro da poter spendere tra il 2014 e il 2020. Sempre che l’Italia dimostri di saperlo fare. In questi giorni le commissioni bilancio di camera e senato vorranno dare il parere allo schema di accordo di partenariato proposto dal governo. Uno schema sugli impegni dei fondi che lo stesso sottosegretario alla presidenza, Graziano Delrio, premette però essere inadeguato. Già, perché, nelle interlocuzioni informali avute dal precedente esecutivo, dalla Commissione europea sono piovute critiche e contestazioni a raffica. Il succo è che, se non ci saranno modifiche, parte di quei fondi, per esempio per l’agenda digitale, non hanno giustificazione per essere erogati. Cosa dice la Commissione? «Documento lontano dal livello di maturità richiesto… La mancanza di specificità rende difficile valutare la coerenza degli interventi proposti rispetto alle raccomandazioni…la logica di intervento è debole». E ancora: «Le analisi non fanno riferimento alle specifiche sfide territoriali… si favoriscono misure di assistenza sociale». Gli interventi cofinanziati invece dovrebbero mirare a realizzare miglioramenti strutturali, «a correggere le debolezze di lungo periodo dell’economica italiana e del mercato del lavoro». A palazzo Chigi stanno cercando di venirne a capo, con un nuovo accordo. Che però, per essere formalizzato, richiede un passaggio in conferenza stato-regioni. Alla Commissione europea lo attendono per il prossimo 20 aprile.

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