28 Marzo 2024, giovedì
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Al via la task-force sulla riforma del Catasto

Le associazioni partecipanti. Sono quattordici le associazioni coordinatesi per garantire la giusta attuazione della riforma del Catasto, assicurando che siano adottati i decreti legislativi mediante i quali i valori catastali degli immobili saranno allineati a quelli del mercato. Di seguito si riporta l’elenco delle associazioni: Abi (Associazione bancaria italiana), Ance (Associazione nazionale costruttori edili), Ania(Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici),Casartigiani, Cia (Confederazione italiana agricoltori), Cna(Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa), Coldiretti, Confagricoltura, Confartigianato, Confcommercio, Confedilizia, Confesercenti, Confindustria e Fiaip (Federazione italiana agenti immobiliari professionali). La diversificazione delle conoscenze e delle esperienze nel proprio settore di competenza delle associazioni in collaborazione tra loro faciliterà l’acquisizione di numerosi dati per ogni possibile tipologia di immobile: dalle abitazioni agli uffici, dagli studi ai negozi, dalle botteghe artigianali ai laboratori, ai magazzini, agli opifici industriali.
La finalità del coordinamento. Innanzitutto la loro azione sarà indirizzata alla raccolta dei datirelativi ai valori di compravendita e ai canoni di locazione del triennio 2011-2013, necessari per mettere a punto un nuovo sistema nonché per l’elaborazione di nuove proposte. I dati, raccolti in maniera capillare a livello territoriale, saranno poi confrontati con i valori patrimoniali e le rendite dell’Agenzia delle Entrate. I dati saranno rapportati ad una serie di condizioni, come la zona o lo stato conservativo dell’immobile, in grado di modificarli e influire su di essi.
Valore patrimoniale. Il metodo adottato dal coordinamento delle quattordici associazioni coincide con quello proposto dalla Legge Delega Fiscale, al quale il Governo si dovrà rifare nell’adozione dei decreti di riforma del sistema catastale. Secondo la legge, il valore patrimoniale degli immobili deve essere definito in base ai valori di mercato al metro quadro a seconda della tipologia immobiliare. A questo valore verranno applicati dei coefficienti in base alle caratteristiche edilizie dell’immobile, come la presenza di scale, l’anno di costruzione, il piano, l’esposizione, la localizzazione. L’algoritmo che ne risulterà sarà moltiplicato per i metri quadri, rilevati secondo la metodologia catastale, fornendo il valore patrimoniale dell’immobile. In generale, questo vale per unità immobiliari a destinazione catastale ordinaria (gruppi A, B e C, che includono abitazioni, uffici, biblioteche, magazzini sotterranei, negozi, stabilimenti balneari, tettoie e autorimesse). Per determinare il valore delle unità immobiliari a destinazione catastale speciale (gruppo D, in cui rientrano opifici, capannoni industriali, alberghi) si userà invece un sistema di stima diretta grazie all’applicazione di metodi standardizzati e di parametri di consistenza specifici per ciascuna destinazione catastale speciale. Nel caso in cui non sia possibile fare riferimento diretto ai valori di mercato, si userà il criterio reddituale o, per gli immobili strumentali, quello del costo.
La nuova rendita catastale. Sempre ai sensi della Delega Fiscale, la rendita catastale sarà calcolata sulla base dei redditi da locazione medi: moltiplicando il valore delle locazioni al metro quadro, cui deve essere applicata una riduzione per le spese di manutenzione e per gli adeguamenti tecnici, per la superficie si avrà il valore della rendita. Sia i valori patrimoniali che le rendite dovranno essere adeguati periodicamente.
Catasto “energetico” e green economy. Con un nuovo decreto saranno incentivati gli interventi di adeguamento degli immobili alla normativa in materia di sicurezza e di riqualificazione energetica e architettonica, che incideranno probabilmente in modo strutturale sul sistema, finora basato su strumenti prorogati di anno in anno. Al momento, le riqualificazioni energetiche e le ristrutturazioni sono incentivate rispettivamente con una detrazione fiscale del 65% e del 50%. Il livello di queste aliquote resterà tale fino al 31 dicembre 2014 e poi scenderà nel 2015 rispettivamente al 50% e 40%, mentre tornerà al 36% a partire dal 2016.
Nuove forme di fiscalità indirizzeranno il mercato verso modi di consumo e di produzione sostenibili. I decreti che il Governo emanerà entro un anno dovranno, inoltre, rivedere la disciplina delle accise sui prodotti energetici e sull’energia elettrica. Il maggior gettito che ne deriverà sarà investito per la riduzione della tassazione sui redditi e sul lavoro generato dalla green economy, ma anche nell’innovazione delle tecnologie e nella diffusione di prodotti a basso contenuto di carbonio.

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