26 Aprile 2024, venerdì
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Scalfari a Matteo Renzi: “Letta ti dice: svaluta l’euro a 1,1 sul dollaro”

Matteo Renzi non ha molto da fare per migliorare le cose, perché
“tutti gli interventi fattibili sono già stati avviati e in gran parte già contabilizzati da Enrico Letta e dai suoi ministri a cominciare da Fabrizio Saccomanni“.

Eugenio Scalfari non ama e non stima Matteo Renzi, lo ha definito, usando una battuta di Angela Merkel, “bravo ma fragile“.
Inoltre, secondo Eugenio Scalfari, Matteo Renzi
“ci sta rivendendo come suo proprio il programma già contabilizzato e in piena esecuzione dal suo predecessore”.
Per sostenere la sua convinzione, Scalfari è tornato a fare il cronista e ha intervistato Enrico Letta.
Il centro del problema Italia, secondo Scalfari e non solo lui,
“riguarda l’economia. […] Sembra che Renzi stia studiando qualche passo in più [di Letta] ma si è reso conto che non può trascurare i vincoli europei. A Bruxelles e a Berlino bisogna tentare la strada della convinzione ma non quella dei pugni sul tavolo”.
La versione dei fatti di Enrico Letta raccolta da Scalfari è riassunta in nove punti.
L’ultimo punto è decisamente il più importante, perché tocca il paradosso di una moneta, l’euro, che rappresenta un sistema economico in grave crisi, che vede aumentare il suo valore nel cambio col dollaro, espressione della più forte economia del mondo, in ripresa accelerata. L’Italia deve battersi, sostiene Enrico Letta via Scalfari e ammonisce Matteo Renzi, per una svalutazione dell’euro.
”1. Il cuneo fiscale già figura nella legge di stabilità approvata dal Parlamento e prevede una riduzione di tre miliardi per il 2014 e di dieci miliardi per il 2015. La copertura proviene dalla “spending review” per l’anno in corso e di metà per l’anno successivo: l’altra metà dovrebbe esser fornita dal recupero dell’evasione fiscale. […]
2. Il pagamento dei debiti dalla pubblica amministrazione alle imprese è già contabilizzato e i fondi già stanziati per 20 miliardi da erogare quest’anno. La copertura è fornita dalla Cassa depositi e prestiti che può agire subito e mobilitare altri fondi per i prossimi mesi.
3. La legge di stabilità ed altre leggi specifiche prevedono una serie di investimenti da parte di imprese pubbliche, a cominciare da Rete Imprese, dalla Fincantieri e da altre aziende. I fondi sono già stanziati e il totale supera i tre miliardi
4. Il debito pubblico sarà ridotto attraverso la privatizzazione di “asset” patrimoniali, anche questi già previsti e contabilizzati con apposita legge approvata il 20 gennaio e già in via di esecuzione.
5. L’andamento dello “spread” fornirà dai tre ai quattro miliardi che Letta aveva previsto di utilizzare per le scuole e l’occupazione giovanile.
6. La Commissione europea è disponibile a fornire fondi per la crescita economica e per l’equità sociale per somme rilevanti, da destinare al nuovo sistema di ammortizzatori sociali e di investimenti pubblici e privati. L’obiettivo è di ridurre le imposte sul lavoro e ripristinare con norme semplificate il credito di imposta per la creazione di nuovi posti di lavoro.
7. Durante il semestre di presidenza europea spettante all’Italia era previsto un decisivo passo avanti dell’Unione bancaria e interventi della Bce che stimolassero le banche ad accrescere i loro prestiti alle imprese.
8. L’Italia avrebbe visto la diminuzione del deficit-Pil dall’attuale 2,6 al 2,3 con un miglioramento dell’avanzo delle partite correnti al 5 per cento al netto degli oneri del debito pubblico.
9. In quello stesso semestre e in piena intesa con la Bce, l’Europa avrebbe dovuto affrontare un tema di grandissima importanza e cioè un mutamento del tasso di cambio tra l’euro e il dollaro. Proprio in questi giorni quel tasso ha visto una ulteriore rivalutazione dell’euro che sfiora ormai 1,40 dollari per un euro, una situazione intollerabile per le esportazioni europee verso l’area del dollaro. L’ideale sarebbe un tasso di cambio attorno all’1,20 o addirittura all’1,10 che rilanciando massicciamente le esportazioni europee ed italiane provocherebbe un apprezzabile aumento degli investimenti edella base occupazionale.
Questo è quanto il governo Letta ha avviato e in gran parte messo in opera e queste sono le prospettive che avrebbe fatto valere nel corso del semestre europeo.
Difficilmente Renzi potrà fare di più e di diverso.
Quanto alle contestazioni della Commissione di Bruxelles sui conti italiani, il parere di Letta è che esse siano state fatte con l’obiettivo di dare al nostro governo un’arma in mano per vincere le resistenze della maggioranza che lo appoggia e che ora comprende di nuovo Berlusconi. Si tratterebbe insomma di una iniziativa figurativa, tanto più utile oggi che la maggioranza comprende di nuovo Forza Italia, contraria al programma che Letta avrebbe voluto presentare alla direzione del suo partito e che invece fu superata dal massiccio voto contrario che lo fece fuori”.

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