18 Aprile 2024, giovedì
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Un avamposto brasiliano a Cuba

Di ritorno dal World Economic Forum di Davos, il presidente brasiliano Dilma Rousseff ha fatto tappa a Cuba, dove ha inaugurato il mega-porto di Mariel. Un’opera finanziata dalla banca pubblica di sviluppo brasiliana, il Banco Nacional de Desenvolvimento Economico e Social (Bndes), che ha provocato numerose polemiche in Brasile.

Infrastrutture bisognose 
L’intervento del governo brasiliano per la costruzione del porto di Mariel è stato criticato da più parti per il suo costo enorme, per il fatto che sia stata realizzato in una dittatura ancora formalmente comunista, ma soprattutto perché Brasilia ha speso a Cuba una cifra quindici volte superiore a ciò che spende per i porti situati sulla costa brasiliana.

In tre anni, il Bndes ha investito 682 milioni di dollari nel porto cubano, contro una media di 15,5 milioni di dollari spesi dal governo brasiliano per ampliare e ristrutturare gli intasati e poco efficienti terminali portuali nazionali. Se si pensa che il porto avrà una capacità del 30% superiore al porto di Suape, uno dei più importanti del Brasile, si può comprendere perché le critiche sono state così accese.

La parte comica di tutta questa vicenda è che la Rousseff aveva appena tenuto un discorso davanti al ghota della finanza internazionale riunito a Davos, cercando di convincerli a tornare ad investire in Brasile, citando il grande piano per le infrastrutture varato dal suo governo che avrebbe “affrontato i nodi provocati da decenni di sub-investimenti e aggravati dal forte aumento della domanda negli ultimi anni”.

Flussi commerciali
Le ragioni che hanno portato il governo brasiliano ad investire a Cuba non sono soltanto ideologiche, pur essendoci un forte legame tra l’ex-presidente Ignacio Lula, la Rousseff e i fratelli Castro. Secondo Brasilia, il porto di Mariel sarà un avamposto importate per i flussi commerciali brasiliani nei Caraibi, in Centro America, ma soprattutto verso il primo mercato de mondo, gli Stati Uniti. Una previsione che da praticamente per scontato la fine del quasi cinquantennale embargo imposto da Washington all’Havana.

Il porto ha dimensioni sufficienti per ospitare le navi da carico tipo Post-Panamax, super-portacontainer che transiteranno per il Canale di Panama dopo il suo problematico ampliamento, previsto per il 2015. Mariel è considerato avanzato tanto quanto i principali porti dei Caraibi, come Kingston, in Jamaica, e Freeport, alle Bahamas.

Inoltre, nell’entroterra annesso alle banchine verrà realizzata una Zona economica speciale, su modello di quelle create in Cina, anch’essa finanziata dal Brasile con una linea di credito di 290 milioni di dollari. Il progetto prevede che aziende brasiliane possano installarsi e operare a condizioni particolarmente agevolate, usufruendo della manodopera a basso costo e relativamente qualificata offerta da Cuba.

Infine, l’intera infrastruttura portuale è stata realizzata dalla Oderbrecht, gigante brasiliano dell’edilizia, responsabile per la realizzazione di molti stadi della Coppa del Mondo di calcio di quest’anno. Gran parte dei fondi destinati a Mariel sono stati vincolati ad essere spesi in Brasile per l’acquisto di beni e servizi. Secondo i calcoli di Brasilia, questa operazione ha portato alla creazione di oltre 156 mila posti di lavoro diretti e indiretti in territorio brasiliano.

Diplomazia commerciale
Un’operazione di diplomazia commerciale a tutti gli effetti per aumentare l’influenza del Brasile nelle Americhe, in un punto in cui gli Stati Uniti non hanno possibilità di ingresso. Le buone relazioni con Cuba sono una tradizione della politica estera brasiliana. Dopo aver riallacciato i rapporti diplomatici nel 1985, la relazioni tra i due paesi sono migliorate ogni anno.

Brasilia e l’Havana si sostengono spesso a vicenda nelle votazioni per posizioni rilevanti nelle organizzazioni internazionali di cui fanno parte. E dall’arrivo al potere del Partito dei lavoratori (Pt), i rapporti si sono fatti sempre più stretti. Nel 2013 il Brasile ha addirittura “importato” medici cubani per il programma “Mais Medicos” che ha portato assistenza sanitaria nelle regioni più remote.

Tuttavia, l’investimento di risorse pubbliche brasiliane in un paese che non rispetta i diritti umani è stato fonte di imbarazzo per il governo. La risposta di Brasilia è stata pragmatica: il primo partner commerciale del Brasile è la Cina e un altro importante mercato per le merci brasiliane è il Venezuela, entrambi non proprio paladini nella difesa dei diritti dell’uomo.

La critica più velenosa al porto di Mariel supera però qualsiasi questione politica o ideologica. In un anno di elezioni presidenziali come il 2014, molti hanno ricordato come la Oderbrecht sia una delle principali aziende finanziatrici delle campagne elettorali del Pt.

E chiunque volesse dare un’occhiata a come sono stati spesi i fondi del Bndes a Cuba dovrà aspettare a lungo. Brasilia ha infatti classificato come “segreto di Stato” fino al 2027 il contatto di finanziamento del porto di Mariel. Un modus operandi molto più consono ad una piccola dittatura caraibica che alla più grande democrazia latinoamericana.

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