26 Aprile 2024, venerdì
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I tagli di Angelino umiliano la polizia

Due pesi e due misure. È bastato che gli insegnanti protestassero per il blocco degli scatti economici, che il governo Letta – su stimolo dei renziani – ha subito individuato le risorse per onorare gli impegni e non trattenere gli scatti economici maturati.

Alle forze dell’ordine ed Armate ciò non succede. Solo la Polizia stima che i mancati scatti abbiano raggiunto la cifra di 1,8 miliardi di euro.

Ma non è finita. Gli ultimi quattro ministri dell’Economia si sono sempre opposti allo strumento dei tagli orizzontali ai bilanci dei ministeri. E per evitarli hanno creato un commissario alla spending review con un compito preciso: introdurre risparmi selezionati di spesa.

In realtà, in passato il meccanismo previsto non ha funzionato alla perfezione. Così, il consiglio dei ministri ha finito per approvare (di solito, all’unanimità) riduzioni orizzontali di spesa, con il beneplacito dei ministri interessati.

Tra i tanti tagli alla spesa (orizzontali), ne sta emergendo uno che rischia di creare problemi sul fronte della sicurezza: come se non fosse possibile recuperare risparmi da altre voci di Bilancio. Piero Giarda, quand’era consulente di Giulio Tremonti all’Economia, aveva elaborato uno studio di riduzione della spesa che prevedeva di eliminare «doppioni» di caserme. Vale a dire, se in un comune c’erano stazioni di Polizia, dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, ne doveva restare soltanto una. Quello studio, rimasto nel cassetto per anni (per evidenti ragioni di opportunità), ora sta diventando realtà. E molto probabilmente, il tema è stato al centro dell’incontro di ieri mattina al Quirinale tra il presidente della Repubblica ed il capo della Polizia.

L’iniziativa muove i passi dal Viminale. Lunedì scorso il ministero dell’Interno diffonde una circolare a tutti i questori che punta a coinvolgerli nel progetto di «una razionalizzazione della dislocazione dei presidi di polizia sul territorio», in chiave sia di carenza d’organico sia di congiuntura economica.

Lo studio diventa «un’ipotesi progettuale» che gli uomini di Alfano vogliono condividere con i questori. La circolare spiega che quest’«ipotesi progettuale» va in due direzioni. La prima. Di concerto con i Carabinieri, viene definita «una rivisitazione della dislocazione dei commissariati di Ps, delle stazioni CC e di quelle Forze speciali a carattere sussidiario (forse la Guardia di Finanza) concentrate in alcune sedi e non razionalmente distribuite sul territorio». Insomma, l’obbiettivo è eliminare i doppioni. Un’eventualità il cui rischio era stato già velatamente paventato in Parlamento anche dal Comandante generale dei Carabinieri, Leonardo Gallitelli.
La seconda direzione della circolare è più interna al Viminale. E punta ad adeguare la “rete” alle nuove esigenze, con l’obbiettivo di «ottimizzare» i presidi nelle quattro specialità della Ps: stradale, ferroviaria, postale, di frontiera.

Per le questure, il risultato di questa ottimizzazione sarà la chiusura di 11 commissariati. Per la Polizia stradale, la soppressione di 2 compartimenti, 27 presidi minori e l’accorpamento di 6 presidi. Per la Polizia ferroviaria, gli effetti saranno la soppressione di 73 posizioni tra sottosezioni e posti Polfer. La Polizia postale chiuderà 73 sezioni provinciali; mentre quella di Frontiera sopprimerà 2 zone di competenza e 10 presidi minori. La circolare prevede anche la soppressione «di tutte le 50 squadre nautiche, di 4 squadre sommozzatori, di 11 squadre a cavallo e di 4 nuclei artificieri». Nonché «della scuola per i servizi di Polizia a cavallo di Foresta Burgos». La circolare si chiude: «prefetti informati».

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