18 Aprile 2024, giovedì
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Gentile si dimette: contro di me una violenza inaudita. Il direttore dell’Ora della Calabria: sms provano le pressioni

Si è dimesso il sottosegretario alle Infrastrutture, Antonio Gentile. È stato forte il pressing del Pd perché il senatore calabrese di Ncd lasciasse la carica. È accusato di aver bloccato l’uscita in edicola di un quotidiano locale, L’Ora della Calabria, per evitare che venisse data la notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati di suo figlio. Ncd aveva fatto quadrato intorno al sottosegretario. «Torno a fare politica nelle istituzioni, come segretario di Presidenza, e nella mia regione, come coordinatore regionale, aspettando che la magistratura , con i suoi tempi che mi auguro siano più brevi possibile, smentisca definitivamente le illazioni gratuite di cui sono vittima», ha detto Antonio Gentile annunciando le sue dimissioni da sottosegretario in una lettera indirizzata al presidente del Consiglio, ad Alfano e al capo dello Stato.

Renzi: una scelta che rispettiamo È stata una scelta di Ncd che rispettiamo e apprezziamo, ha commentato Matteo Renzi. Gentile: non capisco perché sarei dovuto intervenire su una notizia già data «Posso assicurare sul mio onore e sulla mia reputazione che non sono intervenuto né sull’editore, né sul giornalista né sul direttore del giornale. È una notizia già consumata. Io sono anche giornalista pubblicista, conosco bene questo mestiere e non capisco per quale ragione io sarei dovuto intervenire su qualcuno per una notizia data», aveva dichiarato questa mattina a «La telefonata di Belpietro» dove aveva anche dichiarato che al figlio non é arrivata «nessuna comunicazione giudiziaria». Gentile aveva dichiarato di non volersi dimettere e che contro di lui si era «mossa una macchina dalla violenza inaudita». Poi in serata l’annuncio delle dimissioni.

Direttore dell’Ora di Calabria: gli sms provano le pressioni «La notte fra il 18 e il 19 febbraio, il presidente della Fincalabra Umberto De Rose, nostro stampatore, fa una telefonata inquietante al mio editore, Alfredo Citrigno, per convincermi a non pubblicare la notizia riguardante l’inchiesta sul figlio del senatore. L’audio della telefonata è sul nostro sito» aveva dichiarato il direttore dell’Ora della Calabria, Luciano Regolo, a Repubblica. La mediazione fra De Rose e i Gentile «è comprovata dall’sms che Andrea Gentile, il figlio del senatore, mandò al mio editore, quella stessa sera: sosteneva di aver parlato con De Rose e poi lo ringraziava per quello che avrebbe fatto», ha dettoLuciano Regolo. «In un altro sms – prosegue -, De Rose sollecitava l’editore: «Ti hanno chiamato, non rispondi». Usa il plurale, intende i Gentile». Intervistato dalla Stampa, l’ex direttore di Calabria Ora, Paolo Pollichieni, aveva ricordato di quando lasciò il giornale per le troppe interferenze. «Il 20 luglio del 2010 – spiega – Citrigno mi disse che voleva partecipare alla fattura del giornale. Eravamo alla conclusione di una storia. Il governatore Giuseppe Scopelliti non gradiva una informazione libera». «Nell’editoriale che i lettori non lessero perché non fu stampato quel numero che pubblicava in “prima” la notizia degli incontri tra il governatore e un boss della ‘ndrangheta, annunciai che mi sarei dimesso, che non avrei accettato interferenze».

L’inchiesta sulla presunta censura è aperta ma non ci sono indagati «L’inchiesta sulla vicenda é formalmente aperta, ma non posso dire ancora se ci siano degli indagati. Ve lo diremo nei prossimi giorni», ha detto il procuratore capo di Cosenza, Dario Granieri, riferendosi alla vicenda del presunto atto di censura ai danni del quotidiano «L’Ora della Calabria», che il 19 febbraio scorso non fu stampato. Nella vicenda figurano Umberto De Rose, il tipografo e l’editore del giornale, Alfredo Citrigno, che avrebbe avuto pressioni da De Rose. De Rose e Gentile hanno annunciato querele contro il giornale, dichiarandosi estranei alla mancata pubblicazione. Altre querele sono state annunciate dal direttore del quotidiano, Luciano Regolo. «Stiamo facendo trascrivere la telefonata al centro della vicenda – ha detto ancora il procuratore Granieri – e nei prossimi giorni valuteremo il da farsi».

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