29 Marzo 2024, venerdì
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Marmo: cave delle Alpi Apuane addio? “A rischio migliaia di posti di lavoro”

Marmo di Carrara: this is the end? Un piano paesaggistico proposto dalla giunta dalla regione Toscana (guidata da Enrico Rossi, Pd) rischia di far chiudere le cave di marmo nel Parco delle Alpi Apuane, montagne dove anche Michelangelo Buonarroti andava in cerca del marmo migliore per le sue opere. A rischio soprattutto migliaia di posti di lavoro tra gli addetti delle cave e quelli della filiera, spiega lo stesso presidente del Parco, Alberto Putamorsi, che se la prende con il piano paesaggistico varato dalla Giunta regionale il 17 gennaio, e che deve essere approvato dal Consiglio.
“In base ai vincoli che impone – ribadisce Putamorsi – dovrebbero chiudere l’80% delle circa 50 cave ricomprese nel territorio del Parco, dall’Alta Versilia a Massa, dalla Lunigiana alla Garfagnana”. Sui posti di lavoro che potrebbero saltare calcola tra i 500 e i 600 cavatori, per arrivare poi alla “cifra verosimile di 1.500” addetti considerando l’indotto.

La questione dell’impatto ambientale delle cave nelle Apuane è dibattuta da tempo. Lo stesso Parco, prosegue Putamorsi, è nato con l’intento di contemperare la tutela di paesaggio e ambiente e di chi col marmo ci vive. A settembre, spiega, l’ente ha adottato una delibera per ridisegnare le aree estrattive, riducendole. Insomma, Putamorsi è d’accordo nell’intervenire per le cave “impattanti”, ma occorre “agire sito per sito non secondo criteri astratti, calati dall’alto e senza aver ascoltato il territorio”.
Il piano varato dalla Giunta per il territorio toscano – definito dal governatore Enrico Rossi “ciclopico” -, nello specifico prevede che nelle “aree contigue intercluse nel territorio” del Parco delle Apuane, la Regione promuova la progressiva riduzione delle attività estrattive. Il tutto accompagnato, sottolinea oggi Anna Marson, assessore toscano all’urbanistica, da un “progetto integrato di sviluppo per quest’area” che la Giunta si è impegnata a promuovere in occasione della delibera di approvazione del piano, tenuto conto “che la valorizzazione paesaggistica e ambientale del sistema territoriale apuano costituisca, proprio per la peculiarità di esso, una leva strategica per lo sviluppo economico, produttivo, occupazionale e il benessere sociale delle popolazioni interessate”. Il progetto, spiega ancora Marson, “accompagnerà la progressiva dismissione delle attività di cava incompatibili con il mantenimento del patrimonio ambientale e paesaggistico delle Apuane, con misure atte a promuovere nuova occupazione basata sulla valorizzazione d’insieme delle risorse locali”. Il piano, ricorda Marson, ha come obiettivo “la tutela e promozione del patrimonio paesaggistico toscano come fattore di crescita economica e sociale”, una scommessa, che “richiede, per essere vinta, la capacità di superare la settorialità delle attuali politiche di sviluppo economico a favore di una maggiore contaminazione e integrazione reciproca fra politiche di sviluppo e politiche per il paesaggio”.
L’appello del “Coordinamento delle imprese lapidee del parco delle Alpi Apuane”:
In un’Italia percorsa e arenata in una crisi epocale di cui non si intravvede la fine, nel Bel Paese alla disperata ricerca di sbocchi occupazionali, la Regione Toscana mette a rischio oltre 5.000 posti di lavoro diretti, e vuole cancellare un indotto produttivo del valore di oltre trecento milioni di euro. Ma ciò che risulta essere ancora più sconcertante è che desidera farlo in una delle realtà produttive e storiche di maggiore solidità e tradizione dell’intero territorio nazionale.
Gli effetti immediati e quelli futuri, anche a breve termine, determinati dalla Bozza di Piano di indirizzo territoriale con valenza di Piano Paesaggistico saranno nefasti su un’intera comunità.
Gli imprenditori del settore lapideo riuniti nel COORDINAMENTO IMPRESE LAPIDEE DEL PARCO DELLE APUANE, che rappresenta le aziende insistenti nel Parco delle Apuane e facenti parte di COSMAVE (Consorzio per lo sviluppo dell’Attività Marmifera dell’Apuo-Versilia), di CAM (Concessionari Agri Marmiferi di Massa), nonché di Carrara, dicono no al Piano Paesaggistico deliberato dalla Giunta Regionale della Toscana e trasmesso alla sesta commissione del Consiglio Regionale per l’approvazione definitiva e l’entrata in vigore.

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