25 Aprile 2024, giovedì
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Renzi alla prova del parlamento. La tassa sui Bot agita già il governo

Il neo premier Matteo Renzi alla prova del voto di fiducia ci arriva con un bagaglio già carico di polemiche per l’ipotesi di una tassazione dei bot annunciata dal ministro Graziano Delrio durante la puntata di “In mezz’ora” di Lucia Annunziata. Una bomba per il governo nato da poco tanto che in serata Palazzo Chigi è dovuto intervenire con una precisazione: “L’orizzonte del governo è quello di una riduzione della pressione fiscale attraverso una rimodulazione delle rendite finanziarie e delle tasse sul lavoro. Il tema della riduzione della pressione fiscale attraverso la rimodulazione sarà illustrato dal presidente del Consiglio Matteo Renzi nel corso del suo intervento in Parlamento per il voto di fiducia”. Insomma, il primo volo da premier si annuncia pieno di turbolenze. Occhi puntati, dunque, al senato dove oggi Renzi chiederà la fiducia al grido di “Non annunci spot, ma visione alta e concretezza da sindaci… Metodo, metodo, metodo”.

Al Senato, infatti, Renzi bisogno del voto di tutti i vari gruppi che hanno dichiarato di appoggiare il suo governo. La maggioranza è di 161 voti, il Pd da solo ne ha 107 voti. In teoria tutti insieme questi gruppi danno al governo 170 voti, cioè 9 in più della maggioranza. I vari conteggi che si trovano sui giornali in questi giorni parlano di una maggioranza che dovrebbe oscillare tra i 176 e i 184 voti. Alla camera dei deputati, invece, il governo non dovrebbe avere problemi ad ottenere la fiducia, poiché la sua maggioranza è rimasta invariata rispetto a quella del Governo di Enrico Letta. Alla Camera, in particolare, il PD da solo ha 293 voti su 630. Per raggiungere la maggioranza, quindi, basterebbero soltanto i voti di uno dei principali gruppi alleati, come ad esempio quelli di NcD, con 29 voti, oppure Scelta Civica, con 27 voti (qui potete vedere la composizione di tutti i gruppi alla Camera).

Poletti si è dimesso da tutti altri incarichi

A seguito della sua nomina a ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti si è dimesso da tutti gli incarichi finora ricoperti. Le dimissioni riguardano la presidenza dell’Alleanza delle Cooperative Italiane, di Legacoop e di Coopfond, il fondo di promozione dell’associazione cooperativa. Poletti sì è inoltre dimesso da consigliere della Fondazione Obiettivo Lavoro.

Giura anche Padoan

Questa mattina, al Palazzo del Quirinale, ha prestato giuramento nelle mani del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan. Erano presenti, in qualita’ di testimoni, il Segretario Generale della Presidenza della Repubblica, Consigliere di Stato Donato Marra, e il Consigliere Militare del Presidente della Repubblica, Generale Rolando Mosca Moschini. Erano presenti il Presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi e il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Graziano Delrio.

Franceschini: fatti, non parole

“Uno dei motivi della stanchezza degli italiani nei confronti della politica, di qualsiasi colore è stato vedere molti annunci e pochi fatti corrispondenti a quegli annunci”, lo ha detto il ministro per i Beni Culturali, Dario Franceschini, intervenuto a Prima di tutto su Radio1. “Dobbiamo invertire la rotta, dobbiamo tornare a essere credibili, semplicemente facendo bene il nostro lavoro. Questo vogliono da noi gli italiani, e noi dobbiamo essere controllati, giorno per giorno, su quello che facciamo”.

Prodi: Renzi può durare

“Io ce l’ho una parola di speranza e di augurio, per carità, ce l’ho senz’altro, ma non prendo posizioni su problemi interni. Io spero solo, per il futuro del Paese, che le cose vadano bene”, così l’ex premier Romano Prodi ai microfoni di Agorà su Rai3. “Se le cose vanno bene, il Governo Renzi durerà certamente fino al 2018, ma il problema è che le cose vadano bene perché non è che siamo messi bene, gli impegni sono tanti sia in Italia che in Europa”.

Popolari per l’Italia non sosterremo Renzi per sempre

Tanto per essere chiari fin da subito. “Un governo ci vuole e deve essere per fare le riforme”, ha detto Andrea Olivero, senatore di Popolari per l’Italia, “questo passaggio se vedrà la nostra fiducia non vuol dire che lo sosterremo su tutto. Non essere stati chiamati a far parte della compagine di governo ci rende attenti e rigorosi nel valutare le scelte di Renzi”. Olivero ha assicurato che la scelta sulla fiducia sarà presa a prescindere dalla partita sui sottosegretari: “In questo momento non c’è nessuna partita. Renzi ci sta abituando a un nuovo metodo, quello di scegliere lui stesso dopo aver ascoltato le richieste. Peraltro sono contento che la partita dei sottosegretari si apra domani dopo la fiducia.
Sceglieremo a prescindere da questo ma se daremo la fiducia saremo attenti e rigorosi nei prossimi mesi. Al governo Renzi non si possano perdonare sbagli”.

Telefono azzurro: anche l’infanzia tra le priorità

“Il nuovo governo ponga tra le sue priorità proprio l’affermazione di un impegno strategico e fattivo nei confronti dell’infanzia e dell’adolescenza”, è l’appello di Telefono Azzurro al nuovo esecutivo.

Federmeccanica si aspetta fatti

“Ci aspettiamo dei fatti e la squadra di governo verrà misurata sui fatti. Bisogna concentrarsi sl rilancio della domanda interna, dei consumi, e del Pil. Vedremo se le parole diverranno fatti”, lo ha detto il direttore generale di Federmeccanica, Stefano Franchi.

Martina: salto di qualità per l’agroalimentare

“L’agroalimentare italiano ha davanti a sé una partita importante e complessa e noi intendiamo giocarla fino in fondo e con il massimo impegno, tenendo ben presente che questo settore ha numeri e potenzialità eccezionali”. Così il ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina, a margine della cerimonia di insediamento di oggi al Palazzo dell’Agricoltura.

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