29 Marzo 2024, venerdì
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Il Fisco risponde dopo 33 anni al ricorso dell’imprenditore: “Irricevibile”

Il Fisco risponde dopo 33 anni al ricorso dell’imprenditore: “Irricevibile”. No, non è stato quella parola, “irricevibile”, scritta sulla raccomandata che la Commissione tributaria centrale sezione di Torino gli ha inviato, a sconcertare Roberto Steffen, imprenditore piemontese oggi domiciliato fiscalmente in Austria: si è accorto, perché gli era passato del tutto di mente, che la risposta del Fisco è arrivata a 33 anni di distanza da quando fece il ricorso. Allora Steffen aveva 28 anni e un altro commercialista, nel frattempo passato a miglior vita (per cui i motivi di accertamento e ricorso di quel lontano 1980 li conosce solo la Commissione): oggi, che di anni ne ha 61, Steffen può solo sorridere amaramente di questa “barzelletta drammatica”.

I numeri del fallimento di una giustizia tributaria in Italia corroborano la sensazione di impotenza del contribuente (i dati li riporta Il Giornale insieme con l’intervista a Steffen). E’ di 903 giorni la media temporale italiana (264 a Bergamo, 2020 a Palermo) per giungere a un giudizio di primo grado davanti a una commissione tributaria. Va considerato che nel 30% delle cause la Corte di Cassazione ha dato torto all’Agenzia delle Entrate. Se per un componente della commissione il compenso mensile oscilla tra i 400 e i 500 euro, è di 100 mila euro il compenso annuale di presidente di commissione.

I giudici tributari sono però sotto organico riguardo agli standard di efficienza attesi: 3600 contro 4688 previsti. L’età media dei giudici è di 64 anni, 300 giudici ogni anno vanno in pensione. Alla fine del 2010 erano 715 nila i ricorsi tributari pendenti. Solo a livello regionale (dati 2009) sono 103 mila.

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