“La multa su segnalazione? E’ una procedura scorretta e va annullata”. A dirlo è Filippo Coppa, vicecoordinatore della I sezione dei giudici di pace di Roma. In un’intervista a Veronica Cursi del Messaggero, Coppa spiega che la procedura è scorretta e che il verbale redatto dalla polizia municipale è un atto pubblico e non può essere scritto basandosi su dichiarazioni di un privato cittadino o “testimone occasionale” dell’infrazione.
La procedura inusuale e scorretta, spiega Coppa, apre la strada facile al ricorso:
“«Certo. Innanzitutto può contestare il fatto che a differenza del pubblico ufficiale, la dichiarazione del privato cittadino non gode della “fede privilegiata”, circostanza questa che rende facilmente annullabili le contravvenzioni medesime in sede di ricorso»”.
Il giudice spiega poi che la legge citata da Raffaele Clemente, comandante dei vigili urbani di Roma, sulla denuncia di illeciti da parte di cittadini non vale per le multe:
“«Questa è la legge sulla depenalizzazione del 1981. E’ vero, c’è un principio di diritto costituzionale che prevede la possibilità per ogni cittadino di denunciare illeciti, ma di natura penale. Non in materia stradale»”.
La multa, se il sanzionato presenterà ricorso, è quindi annullabile, assicura Coppa:
“«Se verrà presentato ricorso, come credo l’avvocato dell’automobilista che ha ricevuto la multa abbia intenzione di fare, le posso dire con assoluta certezza che questo verbale è perfettamente annullabile. E così tutte le altre contravvenzioni elevate con lo stesso procedimento»”.
Il giudice di pace non è l’unico ad esprimere dubbi sulla multa su segnalazione, anche il sindacato Ugl si è detto “fortemente preoccupato per l’utilizzo che i cittadini potrebbero fare di questo tipo di segnalazioni”, spiega ancora la Cursi
“L’articolo 13 della legge 689/81, a cui fa riferimento il comandante dei vigili urbani Raffaele Clemente, in base al quale sarebbe stato emesso il verbale, rischia infatti di creare un «pericoloso meccanismo». «È il caso di sottolineare, infatti che a differenza del pubblico ufficiale, la dichiarazione del privato cittadino non gode della famigerata ‘fede privilegiatà, circostanza questa che rende facilmente annullabili le contravvenzioni». «Se è vero – spiegano dall’Ugl – che esiste una norma che permette di assumere informazioni per l’accertamento di violazioni è pur vero che viene solitamente usata in caso di incidenti stradali e comunque come elemento in più per ricostruire la dinamica dei fatti, non può essere certo un sistema idoneo per sanzionare i cittadini»”.
Una pratica “assurda” per Mauro Cordova, presidente dell’associazione europea di polizia locale (Arvu):
“«Siamo all’assurdo. In questo modo si rischia di scatenare una guerra tra cittadini e soprattutto una pioggia di ricorsi che causerebbero solo perdite di tempo e denaro»”.
E su internet i cittadini sfogano rabbia e frustrazione:
“«Ma che siete matti – scrive Claudia – Così se ho qualcuno che mi sta antipatico gli segnalo 7 o 8 multe e sono a posto». «Non si possono coprire le carenze delle istituzioni con l’apporto dei cittadini»”.