Bocciato l’emendamento presentato dal M5S al decreto ‘Destinazione Italia’ che avrebbe tolto l’acqua dal controllo dell’Authority sul mercato (AEEG), in sintonia con quanto stabilito dal Referendum 2011. Perdura, intanto, l’incoerenza di SEL tra Roma e la Puglia
Nell’articolo 13 del decreto ‘Destinazione Italia’, che tratta di stanziamenti per l’Expo 2015, è stato inserito un comma che nulla ha a che fare con il titolo dell’articolo e che va a modificare il nome dell’AEEG, aggiungendo ufficialmente il Servizio Idrico tra le sue competenze per le funzioni di regolazione e controllo. Un atto che va ad avallare quanto definito nel ‘Salva Italia’ nel dicembre 2011, quando il Governo Monti attribuiva la ridefinizione del metodo tariffario transitorio all’AEEG, un’authority garante del mercato, andando già allora contro la volontà popolare che, con il voto di 27 milioni di italiani al Referendum 2011, ha sancito che l’acqua debba stare fuori dalle logiche di mercato e che non si possa fare profitta su di essa. Per questo motivo, il MoVimento 5 Stelle ha presentato un emendamento (il 13.94), a prima firma della deputata Federica Daga, per togliere dal mercato il bene comune “acqua”: prontamente bocciato dalla maggioranza alla Camera.
“Assegnare le funzioni di regolazione e controllo del servizio idrico all’AEEG, significa materialmente mettere l’acqua sul mercato, trattandosi di un’autorità di regolamentazione del mercato appunto – dichiarano i parlamentari pugliesi del M5S – L’AEEG ha fallito il suo mandato avendo creato una tariffa transitoria (e retroattiva) con il profitto nascosto sotto mentite spoglie: da “remunerazione del capitale investito” sono arrivati a chiamarlo “oneri finanziari”, ma la sostanza è rimasta identica! Praticamente ciò che era uscito dalla porta, è rientrato dalla finestra. Il tutto – continuano deputati e senatori pugliesi 5 Stelle – nonostante il Consiglio di Stato, su una richiesta fatta dalla stessa AEEG, abbia già dichiarato che la remunerazione del capitale investito debba essere restituita ai cittadini”.
È attesa nei prossimi giorni, invece, la seconda udienza per il ricorso al TAR della Lombardia, promosso dal “Forum dei movimento per l’Acqua” e da Federconsumatori sulla questione tariffaria. Un nodo già risolto dal Referendum, non rispettato dal garante del mercato e quindi impugnato dai cittadini. “La decisione del Governo – continuano i parlamentari 5 Stelle – non è altro che una forzatura, in continuità con il precedente Governo Monti, che si ostina a non rispettare la volontà popolare, tradendo i referendum per l’Acqua Pubblica e non rispettando le istanze dei movimenti che hanno portato 27 milioni di cittadini al voto. Il nostro emendamento avrebbe tolto, in ambito di servizio idrico, la competenza all’AEEG e l’avrebbe affidata al Ministero dell’Ambiente, nel rispetto di quanto elaborato dai comitati per l’Acqua Pubblica e nel rispetto della volontà popolare. Ci lascia perplessi la posizione incoerente di SEL – concludono deputati e senatori pugliesi M5S – che in Parlamento vota a favore del nostro emendamento ma poi in Puglia, Regione che vede alleati al governo il SEL di Vendola e il PD di Renzi, nulla viene detto contro questa tariffa transitoria e contro l’assegnazione delle competenze ad una Autorità che regola un mercato che di fatto non esiste, in quanto il servizio idrico è un servizio gestito in monopolio naturale”.
Ufficio Stampa
on. Giuseppe L’Abbate