“Non regge più la politica di austerità a ogni costo”, dice al parlamento europeo il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Ma durante il suo discorso gli eurodeputati della Lega Nord, guidati da Matteo Salvini, hanno fatto irruzione e protestato contro l’Euro. Un gesto che è stato fischiato dall’Europarlamento, che ha condannato i comportamenti leghisti a Strasburgo.
Salvini, segretario della Lega Nord, ha detto: “Napolitano senza vergogna, chi ancora difende questo Euro che ha massacrato lavoro, stipendi e pensioni è in malafede. Il voto di maggio spazzerà via queste Euro Follie”.
“BASTA AUSTERITY” – Napolitano ha detto: “I cittadini non devono scegliere tra un’agitazione puramente distruttiva contro l’euro e contro l’Ue o tra un’Europa che pure ha mostrato gravi carenze e storture nel suo cammino. La costruzione europea ha ormai fondamenta talmente profonde che si è creata una compenetrazione tra le nostre società, le nostre istituzioni, i nostri cittadini e i giovani dei nostri paesi, e nulla, nulla, può farci tornare indietro”.
Il presidente della Repubblica ha poi aggiunto: “C’è vacua propaganda e scarsa credibilità nel discorso di quanti hanno assunto atteggiamenti liquidatori verso quel che abbiamo edificato nei decenni scorsi”.
“Manca oggi la ‘vista lunga’ a troppi leader europei, per insufficiente consapevolezza del declino che minaccia l’Europa”, ha aggiunto poi il capo dello Statom che ha notato come “finora in un continente così interconnesso come il nostro, la politica è rimasta nazionale, con i suoi fatali limiti e con le sue vistose degenerazioni”.
“LEGA CONTRO UE” – L’eurodeputato Mario Borghezio ha spiegato che la protesta della Lega Nord non è contro Napolitano, ma contro l’Euro:
“Non è una protesta nei confronti del Presidente, per il quale portiamo rispetto, Napolitano, ma è una protesta per la sua adesione un po’ cieca a questa Europa e ai poteri delle banche che essa rappresenta. Siamo contro questo euro che danneggia le Pmi e sta portando alla rovina il nostro paese e soprattutto il nostro nord”.
Durante la contestazione in aula Borghezio ha urlato: “Presidente, noi la rispettiamo ma non deve difendere l’Europa delle banche. Non tradisca Cattaneo. Si ricordi la carta di Chivasso”. Quest’ultimo, in riferimento al documento dei federalisti piemontesi e valdostani del 1943, considerato da Borghezio “la carta costituzionale del federalismo regionale”